CONTENITORI DI IMMONDIZIA STRAPIENI IN CENTRO E IN PERIFERIA

 Pannicelli caldi per un ammalato grave. Che non servono a nulla, se non a prolungare l’agonia di chi ha il destino segnato dalla malasorte. Questa, in sintesi, la situazione che si è venuta a creare nel comune marinaro, più volte e meritatamente insignito della Bandiera Blu, a causa del disservizio cronico relativo alla raccolta dei rifiuti solidi urbani. Differenziata? Per carità. Meglio lasciar perdere. La cosiddetta raccolta differenziata è rimasta sulla carta. Praticamente da sempre. Per lenta e progressiva disorganizzazione della ditta, nonostante buona volontà ed impegno dimostrati nella fase iniziale, insufficiente collaborazione degli utenti e controlli inefficaci da parte del Comune. Oggi, a due giorni dal 15 ottobre, termine ultimo per partecipare alla seconda gara (la prima è andata deserta) per l’affidamento temporaneo del servizio raccolta rifiuti ad altra azienda, in sostituzione della GeoAmbiente, cacciata via, a dire degli amministratori in carica, per inadempienza contrattuale, la città è costretta a subire l’ennesimo sfregio ambientale. Per la semplice ragione che i lavoratori ecologici non hanno fatto in tempo a svuotare i cassonetti strapieni e neanche possono farlo domani, giorno di riposo settimanale. Facile immaginare che, nel corso della giornata, i siti ove sono piazzati i contenitori, si trasformeranno  in discariche abusive a cielo aperto. Sia nel centro città, che in periferia. Per colpa anche di quei “diligenti” cittadini che non vogliono saperne di tenersi a casa la domenica il sacchetto dell’immondizia, per poi conferirlo negli appositi contenitori o “esporlo”, come purtroppo cattiva consuetudine vuole, il giorno dopo, davanti l’uscio di casa o nell’angolo del quartiere, in attesa che venga ritirato dagli addetti ai lavori. La ditta è riuscita a recuperare 400 litri di gasolio che è servito a mettere in moto i tre autocompattatori ed altri mezzi di trasporto. Fatto è che il Comune di Pozzallo conferisce i rifiuti a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, per cui, i mezzi, dopo avere scaricato, torneranno a orario di lavoro era terminato. Considerato che i dipendenti da tempo non vogliono saperne di effettuare ore di lavoro straordinario, i cassonetti strapieni erano e strapieni rimarranno. “Andiamo avanti – dicono i lavoratori – con stipendi a singhiozzo, con il cantiere di lavoro gestito senza alcun rispetto delle regole sanitarie e di sicurezza, e, ad oggi, siamo in credito di 4 mensilità. Ci sentiamo umiliati nel nostro lavoro e nella nostra dignità di uomini e padri di famiglia. Non ci sono più le condizioni per lavorare serenamente: tirare la coperta ora da una parte, ora dall’altra, non serve di certo a risolvere il problema di fondo che è quello della normalizzazione del servizio e del rispetto delle norme contrattuali. Se non si riesce a raggiungere questo obiettivo minimo, la situazione non potrà che peggiorare. Il nostro auspicio è che la seconda gara per l’affidamento dell’appalto temporaneo del servizio ad altra ditta possa avere risultato positivo, in modo da azzerare il rapporto con la GeoAmbiente e riaprire un discorso nuovo e con presupposti diversi”.

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