Consorzio Autostrade Siciliane, viceministro Cancelleri minaccia revoca concessione: “Non c’è sicurezza”

.Il Cas, il Consorzio Autostrade Siciliane, potrebbe vedersi revocata la concessione di rete se non avrà adempiuto, entro fine mese, a quanto già a giugno scorso ha chiesto il ministero delle Infrastrutture rispetto ad alcune criticità. E ci sarebbe già un soggetto pronto ad entrare al suo posto. A spiegare che da Roma si guarda con massima attenzione alle mosse dell’organi – smo siciliano, è il viceministro delle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri che ribadisce che non c’è alcun preconcetto nei confronti del Cas ma deve assicurare condizioni di sicurezza.

«Il Cas – spiega Cancelleri – è un concessionario del ministero delle Infrastrutture ed è uno di quelli sotto la lente di ingrandimento. A giugno scorso abbiamo spedito una messa in mora al Cas, con un termine di 120 giorni che scadono a fine ottobre per per eseguire una serie di interventi necessari ad aumentare la sicurezza sulle autostrade che gestisce. Alla scadenza, faremo le verifiche del caso sui 298 km su cui opera il Cas e se non si è ottemperato a quanto richiesto andremo verso la rescissione della concessione».

Cancelleri spiega che questo tipo di controllo riguarda un po’tutti i grandi concessionari italiani ma in Sicilia c’è un monitoraggio maggiore. «Non solo Aspi, insomma, ma anche il Cas che, a mio avviso, è tra quelli che peggio hanno gestito e gestiscono le autostrade di propria competenza con livelli minimi di sicurezza e manutenzione. Su alcuni tratti mancano i catarifrangenti, come sono carenti i guardrail, la Messina-Palermo e la Messina-Catania sono praticamente delle piste, non delle autostrade, e ci sono tratti dove non è garantito nemmeno l’abc. Abbiamo segnalato tutti questi aspetti e siamo ben determinati ad andare avanti».

E se il Cas dovesse vedersi rescissa la concessione, ci sarebbe pronta l’Anas. «Subentrerà – conclude Cancelleri – con con la sua collegata Aca (Anas Concessioni Autostradali) che avrà un budget ministeriale iniziale per far fronte ai primi interventi. E questo significa che i cantieri, ad esempio della Siracusa-Ragusa-Gela, con i lotti fino a Modica, non si fermeranno perché cambierà solo la stazione appaltante. Ma c’è di più, non escludo che si possa lavorare a lotti da Gela verso Rosolini. Del resto se i concessionari non riescono a gestire bene patrimonio che è dello Stato, allora lo Stato se li deve riprendere».
fonte La Sicilia – Michele Barbagallo

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