CONFERMATO IL PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO PREVENTIVO NEI CONFRONTI DI GIORGIO PUCCIA

Il tribunale del riesame di Ragusa, con ordinanza del 26 novembre 2011, ha confermato il provvedimento di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Modica nei confronti di Giorgio Puccia.

Il tribunale ha ritenuto pienamente confermato il compendio probatorio raccolto dalla Procura della Repubblica di Modica riguardo ai reati ambientali contestati:  sono state ritenute provate le operazioni di smaltimento di rifiuti attraverso il loro abbandono e deposito incontrollato sul suolo  mediante la realizzazione di discariche abusive in territorio del Comune di Modica.

Il tribunale ha condiviso in pieno le argomentazioni del gip che richiamavano le attività di appostamento ed osservazione, sostenute da riprese audiovisive, effettuate dalla polizia di Stato.

Dalla documentazione audiovisiva raccolta si nota che alcuni individui incaricati dalla ditta Puccia scaricavano sul terreno sito in contrada Piano Ceci, un consistente quantitativo di rifiuti in parte proveniente da attività da scerbatura, in parte consistente in rifiuti solidi urbani come pneumatici, bottiglie e sacchetti.

Dal provvedimento  emerge poi che la medesima ditta ha utilizzato indebitamente una discarica abusiva ubicata nelle adiacenze del cimitero comunale di Modica: qui sono stati illecitamente smaltiti reflui prodotti dal lavaggio dei cassonetti mediante il versamento dei liquami all’interno della piattaforma sita in contrada Piano Ceci, e non presso il depuratore comunale.

Il tribunale di Ragusa sostiene che tutto ciò costituisce violazione della normativa ambientale, al pari delle illecite operazioni di stoccaggio di farmaci scaduti e di altri rifiuti speciali, occultati all’interno dei locali della predetta ditta, nonché allo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi, in assenza di specifiche autorizzazioni.

Ricorrono gli indizi di tutti i reati ambientali contestati a Giorgio Puccia e ricorre inoltre il pericolo connesso alla commissione di reati della stessa specie di quelli per i quali si procede, atteso che la libera disponibilità in capo alla persona indagata della struttura aziendale, gestita con estrema disinvoltura nell’applicazione nel rispetto della complessa normativa in ambientale, renderebbe agevole la commissione di ulteriori reati.

“Dai reati contestati” –  spiega il tribunale – “emergono con chiarezza ed evidenza le modalità di gestione del servizio ad opera della ditta Puccia, che appare far fronte alle necessità di accantonare farmaci scaduti o di eliminare eternit senza crearsi alcuna difficoltà operativa derivante dal doveroso rispetto delle norme. A ciò si aggiunga il ricorso all’espediente della realizzazione od incremento delle discariche abusive per la gestione di determinate tipologie di rifiuti, o all’utilizzo della propria struttura aziendale per altre tipologie di rifiuti, sempre in assenza dell’autorizzazione.”

Secondo il tribunale, i fatti contestati non costituiscono episodi isolati, ma rendono evidente il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte analoghe a quelle di cui Puccia è stato accusato, con aggravamento e protrazione delle conseguenze dei reati ipotizzati ed agevolazione della commissione di altri. Puccia è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it