CONCLUSA LA PRIMA SESSIONE DEGLI STATI GENERALI DELL’AGRICOLTURA SICILIANA

Emergono già le prime proposte, concrete, da presentare al tavolo conclusivo degli Stati Generali dell’Agricoltura Siciliana e che confluiranno in un documento unico, oggetto, tra l’altro, di una audizione ad hoc alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati . 

 

La prima sessione di lavoro – coordinata dal giornalista Gerardo Antelmo e che ha visto la presenza di Gianni Petrocchi, Unione nazionale Italia Ortofrutta, Giorgio Ragusa di Conad Sicilia, Alessandro Chiarelli Coldiretti Sicilia, Filippo Giombarresi, Commissionari Mercato ortofrutticolo di Vittoria e Salvatore Garofalo, Vittoria Mercati Srl – ha prodotto una serie di iniziative che verranno articolate in un dispositivo da sottoporre al Governo regionale, nazionale ed alla Comunità Europea. 

 

Un dibattito schietto e senza infingimenti ha portato alla stesura delle seguenti proposte sollecitate da una serie di problematiche che sono state espresse in premessa: 

 

Gianni Petrocchi, nel sostenere che la produzione nell’ortofrutta deve assumersi il carico di una maggiore e migliore organizzazione – posizione condivisa anche da Garofalo -, nel convincimento che le risorse disponibili per l’ortofrutta non sono sufficienti e che non lo sono nemmeno le regole, chiede con forza la revisione del regolamento comunitario sull’ortofrutta sul quale il Ministro Catania, in accordo con Francia e Spagna, si è già impegnato. Uno degli aspetti sottolineati riguarda ad esempio la possibilità di non distruggere il prodotto non venduto ma di indirizzarlo agli indigenti. La soluzione sta nella produzione organizzata che permetterebbe – anche nelle emergenze – di attivare percorsi virtuosi che puntino all’aumento deciso della capacità di spesa delle risorse disponibili e di diventare competitor più autorevoli.  

   

Salvatore Garofalo a titolo esemplificativo della frammentazione della produzione nel Ragusano, ha snocciolato alcune cifre:  il 45% delle aziende serricole è di piccolissima, sotto 1 ettaro, altrettanta o poco più, coltiva su una superficie tra 1 e 5 ettari e solo il 7% supera i 5 ettari. Servono quindi misure che possano  rendere competitive sul mercato anche i piccoli produttori che è necessario organizzare. 

 

Giorgio Ragusa, espone i dati delle dinamiche di vendita dei prodotti sottoposti ad offerta che determinano il 20 per cento del ricavo sul venduto annuo in sole due settimane di promozione. Ritiene quindi opportuno che invece di destinare le risorse solo ai consorzi di tutela, i fondi per la promozione debbano essere destinati in parte anche alle aziende di produzione per generare dinamiche virtuose di mercato nel rapporto tra domanda ed offerta.   

 

Alessandro Chiarelli, chiede pressanti controlli sulla tracciabilità dei prodotti, una verifica attenta dei cosiddetti “sottocosti” e sottolinea la necessità di stabilire la soglia minima del costo per evitare prezzi al di sotto dei costi di produzione. 

 

Anche per Filippo Giombarresi è fondamentale il rispetto delle leggi e delle regole; l’aspetto che  prende in esame è la necessità dell’abbattimento dei costi di produzione che potrebbe derivare da incisivi controlli sull’aumento dei prezzi a suo dire ingiustificato di fitofarmaci e film plastici. Chiede inoltre investimenti sulla ricerca varietale praticamente assente in Italia.  

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