CON I PIEDI A TERRA

Ora abbiamo scoperto che il sud d’Italia è cresciuto molto meno della Grecia negli ultimi 20 anni e che , fra tante altre cose, la natalità è inferiore a quella che si registrava 150 anni addietro.

Al peggio, come si suol dire, non c’è mai fondo, ma è del tutto chiaro che un rimedio vero e reale deve essere pure approntato.

Se la situazione è questa e non c’è dubbio che possa essere altrimenti rappresentata, una molteplicità  di interventi pur dovendosi tener conto delle regole e delle condizioni che il Paese nel suo insieme deve rispettare dovrebbero essere approntanti in tempi doverosamente brevi.

Viviamo in un’economia globalizzata e se migliaia di imprese a livello nazionale hanno dovuto chiudere i battenti il motivo (almeno da noi non esperti) è da ricercare nella convenienza economica che le grandi imprese ritraggono nel produrre nei paesi ove è  basso non solo il costo del lavoro ma ove è pure possibile ritrarre altri vantaggi economici.

Si è fermamente dell’avviso che l’imprenditore non nasce brutto e cattivo ed è quindi del tutto normale che chi investa  cerca di ritrarre, per quanto gli è possibile, l’utile più elevato.

Funzione precipua della politica è quella di poter contemperare gli interessi opposti cercando di far convivere bisogni, seppur giusti, ma opposti.

Nel Sud vivono oltre 20 milioni di persone e gli interventi che nel tempo sono stati operati si sono caratterizzati per la singolarità del loro fine venendo in tal modo a mancare la soddisfazione, sia pure in parte, della complessità dei bisogni da curare.

Il programma governativo che a quanto pare si intende porre in azione deve poter superare le prevedibili diversità interventistiche della parte di sinistra dem e le pur scontate prese di posizioni politiche dei partiti che del governo non fanno parte.

L’eventuale contesa, però, ha un limite temporale costituito dal patto di stabilità che dovrà essere approvato entro il mese di ottobre dovendosi tener conto che il piano politico governativo dovrebbe essere sottoposto ad esame entro la metà del mese di settembre.

Dalle nostre parti e con specifico riferimento alla crisi che sta attraversando il nostro Sud si è ventilata l’ipotesi di esame di una specifica norma finanziaria consistente nel prevedere per le attività produttive, artigianali ed imprenditoriali, magari per un determinato periodo temporale, una fiscalità di vantaggio in considerazione che dato obiettivo che il mercato economico non si trova al sud ma al nord ed oltre del nostro Paese.

Non ci vuol molto ad immaginare la contrarietà di quelle formazioni politiche che proprio al nord sono cresciute e maggiormente radicate. Basti ricordare che proprio non molto tempo addietro si era prospettata l’ipotesi dell’assunzione di un impegno governativo di investire al nord una percentuale significativa delle tasse che lo Stato percepiva proprio dai contribuenti di alcune regioni nordiste.

E’ di estrema chiarezza il dato fattuale che buona e significativa possa essere la prevista azione governativa che lo stato economico e sociale  in cui vive il Sud non si risolve in breve tempo. Ci vorrà tempo e questo potrà essere più o meno breve se nel frattempo non intervengono quelle misure strutturali di snellimento burocratico e legislativo da tutti sperate, richieste e fino ad ora solo attese.

Per intanto iniziamo, sperando in un percorso che non sia fumoso e parolaio.

 

                                                                                  Politicus     

   

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it