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COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI
01 Nov 2015 14:47
La Commemorazione dei defunti (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, ossia Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), è una ricorrenza della Chiesa cattolica. Anticamente preceduta da una novena è celebrata il 2 novembre di ogni anno. Nel calendario liturgico segue di un giorno la festività di Ognissanti del 1º novembre. Il colore liturgico di questa commemorazione è il viola il colore della penitenza, dell’attesa e del dolore, utilizzato anche nei funerali; è possibile usare anche il nero. La commemorazione dei fedeli defunti al 2 novembre ebbe origine net sec. X nel monastero benedettino di Cluny. Papa Benedetto XV, al tempo della prima guerra mondiale, giunse a concedere a ogni sacerdote la facoltà di celebrare «tre messe» in questo giorno.
«La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alta vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti». Viviamo in questa vita terrena, sospinti dalla speranza. Alcuni anni fa, in un quotidiano ho letto la frase “I morti vivono nel ricordo dei vivi”, che ho memorizzato e che mi torna in mente, quando vado al cimitero, quando ho notizia della morte di qualcuno che conosco, quando si parla di qualcuno che ci ha lasciato per sempre. Nell’annuale commemorazione dei defunti si rinnova ogni anno il grande afflusso di visitatori nei cimiteri. In tale occasione quasi tutte le tombe sono ornate di fiori e ben curate, anche quelle senza data e senza nome, e su alcuni sepolcri arde anche la fiamma di un lumino di cera, accanto alla piccola lampada elettrica perennemente accesa. I fiori più usati per la commemorazione dei defunti sono senza dubbio i crisantemi, sebbene sulle tombe sia facile trovare anche altre piante tipiche del periodo autunnale, come il ciclamino. Dalle nostre parti il crisantemo viene considerato il fiore dei morti per eccellenza poiché la sua fioritura avviene proprio nel periodo autunnale. In altre zone del mondo, invece, questo fiore è simbolo di vita e di pace e viene utilizzato addirittura come ornamento per i matrimoni. In Italia difficilmente il crisantemo viene regalato in occasione di ricorrenze liete, proprio per l’associazione con la commemorazione dei defunti, che ne fa il re dei cimiteri.
La visita al cimitero è un atto che non solo permette di ottenere l ‘indulgenza per i defunti, ma è occasione di sostegno e di crescita spirituale per chi si reca in un cimitero. Al fedele che devotamente visita il cimitero e prega, anche soltanto mentalmente, per i defunti, si concede l’indulgenza, applicabile soltanto alle anime del Purgatorio. Questa è plenaria dal 1° all’8 novembre, parziale negli altri giorni. Dal mezzogiorno del 1 novembre a tutto il 2 novembre si può lucrare, una volta sola, l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti, visitando in loro suffragio una chiesa. Durante la visita si devono recitare un: Padre nostro Credo. si devono inoltre adempiere a suo tempo le solite tre condizioni: 1. Confessione sacramentale. 2. Comunione eucaristica 3. Preghiera secondo le intenzioni del Sommo a Pontefice (un Padre nostro, un ‘Ave Maria e un Gloria al Padre, o altre preghiere a scelta).
Nella nostra terra iblea, il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa, soprattutto per i bambini, cui vien fatto credere che se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni; quando i fanciulli sono poi a dormire, i genitori preparano i tradizionali “giocattoli”, con castagne, cioccolatini e monetine. Al mattino i bimbi iniziano quindi la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano tornati per portare loro i regali. Un’usanza antica, molto sentita e significativa. I defunti non sono assenti o lontano da noi, ma continuano ad essere tra noi e vivono nei nostri cuori.
Allora, che cosa significa commemorazione?
Vuol dire che ci ricordiamo nella preghiera, di tutte le persone che credevano in Dio (questo vuol dire fedeli) che sono ormai defunte, cioè morte. Noi sappiamo che tutti coloro che sono morti, ci hanno preceduto nella Casa di Dio Padre, sono già nel Regno di Dio e da lì possono continuare a pregare per noi. È bello sapere che le persone che abbiamo conosciuto e amato continuano ad accompagnarci, a interessarsi a noi anche adesso! Sappiamo che se ci siamo voluti bene durante la vita, questo affetto, questo amore, non finiscono con la morte, ma continuano.
In effetti, non è che ci ricordiamo delle persone care che sono morte, solo oggi! Figuriamoci! Le pensiamo spesso, preghiamo per loro, sappiamo di essere uniti attraverso l’amore!
In questa giornata particolare, però, la Chiesa ci invita a rivolgere un pensiero e una preghiera, anche a tutti coloro che sono morti e di cui nessuno si ricorda mai. Sono persone che non conosciamo, che non abbiamo mai incontrato, di cui non conosciamo il nome… ma oggi possiamo avere un pensiero speciale per loro! Questo è il giorno in cui la Chiesa dice: tutti insieme, preghiamo per queste persone! È un appuntamento che può mettere un po’ di malinconia, anche perché in giro per i viali del cimitero si vedono sempre facce tristi… Forse allora conviene ricordare bene che il cimitero non serve a coloro che sono morti (è sbagliato dire ad es. che il Cimitero è la nostra vera casa, perché la nostra vera dimora è in Dio) il cimitero serve a noi, che siamo vivi, a noi che siamo qui e sentiamo la nostalgia delle persone care che sono morte, per cui ci consola avere la possibilità di visitare il luogo dov’è sepolto il loro corpo. Però sappiamo bene che la loro esistenza continua in Dio, la loro esistenza prosegue nella vita eterna! Il cimitero non è la fine della storia, l’ultima pagina del libro della vita! È invece la porta che spalanca la vita eterna a coloro che riposano in quel luogo, ed è pure, per i vivi, il costante ricordo che la vita eterna attende tutti.
Il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute
Don Giorgio Occhipinti
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