Ci risiamo: arriva Pasqua e, puntuale, anche il caro-voli non si è fatto attendere

In qualche modo lo sapevamo già visto che durante tutto il periodo invernale non si è fatto altro che parlare del caro-voli che ha investito la Sicilia per il periodo natalizio. E ovviamente, a Pasqua, si ripete la stessa storia, con la consapevolezza che poco o nulla, a parte parlare, si è fatto.

Renato Schifani ha scritto oggi (ricordiamo che siamo al 15 marzo e che Pasqua è fra un paio di settimane), alle compagnie aeree Ita e Ryanair e per conoscenza a Enac per chiedere di intervenire il prima possibile sulla frequenza dei voli da e per la Sicilia e per calmierare le tariffe, soprattutto in vista delle prossime festività Pasquali.

ESSERE ISOLANI VUOL DIRE ESSERE PENALIZZATI

Viene spontaneo in questi pensare che in effetti poteva anche pensarci un po’ prima, visto che sapevamo tutti che Pasqua sarebbe arrivata, della continuità territoriale ormai neanche se ne parla più e gli isolani sono sempre i più penalizzati per quanto riguarda le tariffe aeree. Facciamo qualche esempio. Si arrivano a spendere cifre assurde per un volo da Milano o da Roma per Catania: la media è intorno ai 130 euro a tratta. Anche avendoci pensato per tempo, come fanno molti pendolari e studenti, non è che poi si è risparmiato molto.

CARO VOLI PER LA SICILIA, UN PROBLEMA CHE NON E’ NATO OGGI

Bene fa Schifani a scrivere alle compagnie aeree e all’Enac, ma il problema non è nato oggi, e nemmeno ieri a dirla tutta: è un problema che è diventato praticamente endemico per la Sicilia.

Schifani, tra l’altro, sottolinea che si assiste anche ad una ridotta disponibilità dei biglietti aerei e ad un incremento vertiginoso delle tariffe e, in attesa dell’esito del noto esposto all’Antitrust, ha chiesto “di adottare fin da subito, politiche commerciali tendenti alla riduzione del costo dei biglietti aerei e ad un incremento della frequenza dei voli, attraverso il quale potrebbero anche essere compensate le riduzioni delle tariffe, cercando in questo modo di coniugare il legittimo interesse economico e l’altrettanto legittimo interesse dei cittadini”.

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