CI BASTA UN PO’ DI MUSICA PER SMUOVERE TANTI RICORDI

Noi, giovani degli anni 70, abbiamo formato la nostra cultura musicale con i Pooh, i Pink Floyd, Battisti, Dalla, De Gregori, l’Equipe 84, De Andrè e….La Premiata Forneria Marconi.

Erano gli anni 70 e comunque ritengo troppo piccola per capire la profondità del messaggio musicale di questo gruppo.

Lo vidi, per la prima volta alla pineta di Viareggio, dove allora andavo a prender il bagno.

Ricordo era un festival. Ma non diedi molta importanza alla cosa.

Negli anni ‘80  li sentivamo suonare con De Andrè.

La PFM sembrava dimenticata, anche perché “ c’era De Gregori, all’inizio degli anni ‘80,  lo ascoltavamo in casa,  perché suonava e cantava le sue canzoni  un carissimo amico che somigliava e assomiglia tantissimo a De Gregori sia nell’aspetto che nella voce.

Bisognerà aspettare proprio la fine del 1980 e l’inizio del nuovo perchè la PFM ci inebriasse, bussasse ed entrasse nei nostri cuori.

Vennero a Vittoria in un cinema. Il primo contatto vero. Poi di nuovo negli anni 90 a Roma, finalmente poi a Scicli allo stadio comunale, a Pozzallo, …a Giarratana, piccolo paesino del ragusano. Tutto esaurito. Come sempre piazza piena.

La voglia, la grinta, la bravura di un gruppo rock che continua, nonostante l’età dei componenti, ad emozionare.

 

La PFM continua a farci sognare esattamente come ci faceva sognare trenta anni fa quando ascoltavamo i loro LP.

Ricordo che quando sono venuti a Vittoria, a quei tempi, non eravamo  auto dotati con i miei amici ed eravamo rigorosamente appassionati e appiedati.

Era un appuntamento da non mancare abbiamo superato ogni ostacolo per  partecipare. Ricordiamo Franz di Cioccio, che allora come ora, che da un lato sembra emettesse suoni e dall’altro, prima che questi raggiungano le nostre  orecchie, riesce a riacchiapparli e modellarli  e farceli ascoltare in maniera sublime..

Dopo più di trenta anni registriamo l’inossidabilità  di questo gruppo, che è uguale alla nostra voglia di volerli e  ascoltarli perché siamo cresciuti accettando e facendo nostri alcuni principi che la band racconta con la musica: tutela dell’ambiente, rispetto dei diritti di uomini ed animali, tutela dell’amore, riconoscimento dei doveri, voglia di sentirsi sempre giovani proiettati nel futuro.

Concetti questi immortali, così com’è immortale è il suono della musica che viene fuori dalle chitarre di Franco Mussida  e Patrick Djivas, dal violino, dalle tastiere, della batteria di questa band.

 Massiccia la presenza dei giovani e di quelli meno giovani, la musica accomuna i popoli,  giravo e rigiravo la testa e vedevo gente che battevano le mani seguendo il ritmo della musica, una persona davanti a me addirittura è caduta.

Intramontabile band. Pregni di significati e di sogni le canzoni di De André cantate. Ottimo l’arrangiamento, sempre belle le canzoni Maestro della voce, Celebration.

 

 

La musica è l’armonia universale, il suono penetra nell’anima. Penso a Ermes il quale costruì la lira. Aveva mani sapienti e leggere e la sua voce improvvisava verso l’armonia dei suoni e dei versi.

Quando vedo gli strumenti di questa band le mani di questi musicisti sui loro strumenti musicali penso ai versi di quando Ermes cedette ad Apollo la sua lira dalle sette corde.

Sul punto di lasciarla, gli raccomandò la leggerezza della mano con queste righe:

D’ora in poi, con animo sereno, portala al banchetto fiorito,

all’amabile danza, alla splendida festa,

per la gioia del giorno e della notte.

Se alcuno, dopo lungo studio,

la mette alla prova con arte e dottrina,

cantando, ella insegna tutto ciò che

è gradito alla mente,

suonata con mano lieve e con delicata

esperienza,

 rifugge dallo sforzo logorante…..

 

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