CHE COS’E’ LA LIBERTA’

La mia detenzione è iniziata nel 2006, quando ho commesso una rapina in un ufficio postale. All’inizio della mia detenzione, avevo preso tutto con molta leggerezza, probabilmente per la mia giovane età. Adesso, dopo sei anni di reclusione, mi rendo conto che ho buttato in questo inferno, i migliori ani della mia vita, per diversi motivi. Innanzitutto, perché sono distante dalle persone che amo e per causa mia soffrono. Dopo perché mi sto perdendo le vere emozioni della vita, come il vedere crescere mia sorella e vedere sposare mio fratello. Per non parlare della nascita del mio nipotino. In questi anni, ho avuto tanti momenti di tristezza, ma grazie al mio carattere, non l’ho dato mai a vedere. Mi ripeto spesso, “Chi me lo ha fatto fare”, ma sono stati errori che ho fatto ed è giusto che paghi.

In questi anni di detenzione non nascondo di avere imparato molto e sono anche cresciuto molto. Ho imparato a controllare il mio carattere che era molto impulsivo. Prima di arrivare al carcere di Ragusa, sono stato in altre strutture. Questi posti, oltre ad un lavoro semestrale non offrono nulla. Mi ritrovavo quindi a trascorrere le mie giornate a scrivere, a giocare a carte con gli altri. L’unica giornata diversa era quella del colloquio con i familiari, della durata di due ore, in cui sfogavo tutto lo stress accumulato. Loro mi rendono partecipe, in qualche modo, della vita esterna, cosa che può sembrare una sciocchezza, ma mi riempie il cuore. Poi, piano piano, l’ora del colloquio passa e ricomincia la solita routine.

Ora, da quasi tre anni, mi trovo ristretto in questa struttura e diciamo che un po’ le cose sono cambiate. Oltre a lavorare due mesi l’anno, ho avuto la possibilità di frequentare un corso di informatica e di fare un corso di muratura. In entrambi i casi, ho ricevuto un attestato. Un anno e mezzo fa, ho avuto la possibilità di fare la cresima. E’ stato un giorno molto emozionante ma anche triste perché mi mancavano le persone care. Mi sono fatto cresimare dal sacerdote del carcere che è stato molto contento di farmi da padrino, come fosse un secondo papà. In questi anni, ho anche frequentato la scuola media come uditore; ho conosciuto, a parte degli ottimi insegnanti anche delle brave persone perché oltre ad insegnarci qualcosa, sanno pure ascoltarci ed io per questo li ringrazio molto.

Purtroppo, da qualche tempo, sono stato colpito da una brutta infezione, che mi ha portato a subire un delicato intervento al collo, dove i medici hanno dovuto ricostruirmi tutte le vene e sono dovuti intervenire anche sui polmoni per drenare tutta l’infezione. Ringraziando Dio è andato tutto bene e oggi sono qui a raccontarlo.

Comunque, con questo, voglio dire a tutti i lettori che la vita è una e bisogna godersela fino in fondo. Non vale la pena commettere errori, perché lo scotto da pagare è troppo alto. Io l’ho capito, ma troppo tardi. Spero, un giorno, di poter ricostruire gli anni persi e gli affetti attualmente lontani.  

 

 

 

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