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CHE CI FANNO DUE MURATORI BRASILIANI IN PIENA CRISI EDILIZIA?
15 Feb 2011 08:11
Eppure c’è ancora qualcuno che sostiene come il turismo non sia riuscito a penetrare dalle nostre parti. Chi pensa questo si sbaglia di grosso. Per rendersi conto di tale errore basterebbe leggere, ed è nota di queste ultime ore, di come nella notte barocca della Ibla patrimonio dell’Umanità ci si scambi opinioni tra diverse etnie e culture.
L’ultimo episodio ha visto protagonisti un indigeno, ovvero un poco più che ventenne vittoriese, e due brasiliani. Trentatreanni uno e un anno in meno l’altro, questi figli del grande e allegro paese sudamericano sono muratori. Ma alle due della notte tra venerdì e sabato, forse per ritemprarsi dalla settimanali fatiche del loro duro lavoro, si concedevano una birra nell’incantevole scenario della nostra plurimillenaria Ibla. Qualche parola di troppo con i rappresentanti della zona e col ragazzo vittoriese sono scattate carezze forse un po’ troppo pesanti. Ne hanno fatto le spese anche poliziotti e carabinieri accorsi a calmare le menti e gli arti troppo agitati di questi giovani visitatori delle nostre bellezze, forse più artistiche e meno paesaggistiche del loro fortunato spicchio di latinoamericana.
Ci si potrebbe chiedere come mai due muratori brasiliani si trovano a lavorare in una zona dove da sempre, ripeto, da sempre, vivono e lavorano i componenti di quella “maestranza” che ha mostrato a tutto il mondo conosciuto cosa vuol dire essere muratori, carpentieri, stucchisti, gessisti, piastrellisti tra i migliori. Ci si potrebbe chiedere cosa abbiano in comune tanto da finire all’ospedale prima e in galera poi due brasiliani ed un vittoriese, di cosa hanno discusso per poi passare ai fatti, forse di calcio? Ci si potrebbe gloriare, ad essere vittoriesi, dell’affermazione secondo la quale, tradizionalmente, i ragazzi vittoriesi non hanno paura di nulla e di nessuno e riescono ad affrontare anche da soli eventuali scazzottate, come i fatti dimostrano. Ci si potrebbe chiedere se non sia il caso di rivedere il sistema che si è creato in quei pochi metri quadrati chiamati Ibla che secondo Gesualdo Bufalino bisogna essere necessariamente intelligenti per poter visitare. Un sistema che evidentemente ha qualche corto circuito da mettere in sicurezza perché, appare in tutta la sua evidenza, se ad Ibla vogliamo un costante (si dice anche fuori stagione) flusso turistico di elite, allora non possiamo tollerare che accadano e continuino ad accadere episodi come questo. Se vogliamo che ad Ibla continuino a nascere e prosperare – com’è giustissimo che avvenga – locali dove l’alcool è smerciato – secondo ordinanza comunale – fino alle tre di notte e non oltre, allora non possiamo fare a meno di una massiccia presenza delle forze dell’ordine per tutelare innanzitutto gli stessi giovani che Ibla frequentano, e poi i residenti che non sanno più a quale santo votarsi per far capire che è diventato impossibile e pericoloso vivere (vivere, nel senso di abitare, tutto il giorno, tutti i giorni, con la spesa da fare e i bambini piccoli da portare a scuola e possibilmente un parente anziano da accudire) nel meraviglioso agglomerato di pietre che appartiene a tutta l’umanità e non solo all’assessore che installa le telecamere sentendosi in tal maniera a posto con la sua coscienza e con quella dei suoi trecento elettori.
Di queste cose – oltre che delle rotatorie e del lungomare – si dovranno occupare i consiglieri comunali che tra un paio di mesi saranno chiamati a sostituire gli attuali (che certamente non passeranno alla storia di questa città, anche perché sarebbe difficile seguirne e riferirne i tanti passaggi da una sigla all’altra, da una coalizione a quella opposta). E con loro la nuova amministrazione, fatta, come pare ormai ineludibile in questa soporifera città, da “moderati”, perché non sia mai che qualcuno con più palle degli altri possa un giorno dire basta e affrontare i problemi seri, quelli, si intende dire, che coinvolgono direttamente i cittadini ed i loro figli oggi destinati ad un futuro da consumatori di alcool e telefonini touchscreen.
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