Cgia: imprese ragusane tra le peggiori pagatrici nel 2023

Una brutta abitudine che in realtà è molto diffusa: il ritardo dei pagamenti. E’ quanto denuncia l’ufficio studi della Cgia che evidenzia la pratica diffusa delle grandi aziende di differire i pagamenti alle piccole imprese, con un ritardo che può arrivare fino a 69 giorni dall’emissione della fattura. Secondo la Cgia, questa situazione rappresenta un peso per la liquidità delle imprese e, con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), è destinata a peggiorare. E Ragusa è fra le province meno virtuose in questa particolare classifica.

Ritardi nei pagamenti, cosa significa?

La pratica del differimento dei pagamenti rappresenta una cattiva abitudine tipicamente italiana che favorisce l’abuso di posizione dominante delle grandi aziende a discapito delle più piccole. Inoltre, il ritardo intenzionale dei pagamenti consente ai committenti di finanziarsi a costo zero, mettendo a rischio la solvibilità dei creditori e spingendoli verso l’insolvenza.

Secondo i dati raccolti dalla Cgia, la percentuale di imprese che pagano con ritardi superiori ai 30 giorni è più elevata negli anni in cui si registra una caduta del PIL. Tuttavia, negli ultimi anni, con la ripresa economica post-pandemica, i ritardi dei pagamenti hanno subito una contrazione. Nell’anno scorso, ad esempio, hanno raggiunto il minimo storico del 9,1%, ma nel primo trimestre del 2023, a causa della frenata dell’economia italiana, la media nazionale è salita al 9,5%.

L’Italia è al 20esimo posto

L’Italia si posiziona al 20º posto su 26 Paesi europei monitorati per la puntualità dei pagamenti commerciali tra committenti e fornitori. Ciò significa che solo il 40,9% dei pagamenti avviene entro i tempi previsti dal contratto commerciale, evidenziando una situazione ancora critica. I settori meno virtuosi in termini di tempi di pagamento sono la ceramica, i macchinari, la siderurgia e gli installatori.

Ragusa fra le peggiori in Italia

Le province italiane con le migliori performance nei pagamenti durante il primo trimestre del 2023 sono state Sondrio, Bergamo, Brescia, Lecco, Biella, Belluno, Como, Forlì-Cesena, Monza-Brianza e Mantova. Al contrario, le province con situazioni più critiche includono Crotone, Messina, Ragusa, Vibo Valentia, Caltanissetta, Catanzaro, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.

I settori più ritardatari in questo periodo sono stati i bar e la ristorazione, la grande distribuzione, l’alimentare e l’agricoltura, con percentuali di pagamenti oltre i 30 giorni che variano dal 11,4% al 19,7% del totale dei contratti.

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