Catania cresce. Ma a Comiso, il futuro ci sembra a tinte fosche

E’ notizia di pochi giorni fa: l’aeroporto di Catania, o meglio, il sistema aeroportuale Catania-Comiso, è cresciuto tantissimo dal 2019, cioè da prima della pandemia, tanto da portare a Catania un ragguardevole primato: è il primo aeroporto per voli nazionali.

E Comiso? Durante la conferenza stampa che si è tenuta a Catania in sede SAC, si è parlato tantissimo del numero dei passeggeri, delle novità tecnologiche che interesseranno Catania, ma poco del futuro dell’aeroporto degli iblei.

In particolare, un accenno è stato fatto alla questione cargo merci. Tutto è rimasto praticamente fermo e di ibleo, ormai, lo scalo ha ben poco, com’è noto dopo la fusione avuta con Catania.

“Questo purtroppo è il risultato di una attività politica lenta che, in questi anni, non ha ancora deciso cosa fare, se costruire la piattaforma cargo con fondi pubblici oppure emanare un bando per assegnare l’area destinata al cargo e demandare il tutto ai privati”, dichiara ad esempio Andrea La Rosa.

Sta di fatto che il futuro dell’aeroporto di Comiso ci appare sempre più segnato: sembra essere quello di un satellite, un piccolo satellite che ruota attorno a Catania e che sarà utilizzato solo se funzionale alle necessità etnee. Dopo anni di impegno e di battaglie, dopo aver fatto nascere praticamente dal niente un aeroporto che era diventato punto di riferimento per il territorio e che molti sostenevano avrebbe potuto davvero essere volano per il turismo, riteniamo che ci saremmo meritati molto di più.

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