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CASTELLI DI… PLASTICA
28 Mag 2014 20:03
Legambiente ha pubblicato i risultati dell’indagine sulla beach litter relativi alla campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med avente come obiettivo quello di “indagare quantità e tipologia di rifiuti presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo, al fine di contribuire alla Direttiva europea sulla Marine Strategy”. Sono state monitorate 24 spiagge per un totale di circa 130 mila mq situate nei comuni di Genova, Viareggio (Lu), Orbetello (Gr), Scarlino (Gr), Fiumicino (Rm), Anzio (Rm), Pozzuoli (Na), Pollica (Sa), Giardini Naxos (Me), Palermo, Agrigento, Gela (Cl), Ragusa, Pachino (Sr), Noto (Sr), Catania, Policoro (Mt), Pisticci (Mt), Casalabate (Le), Tricase (Le), Brindisi, Polignano a Mare (Ba), San Benedetto del Tronto (Ap). I campionamenti sono stati eseguiti secondo il protocollo elaborato dal Ministero dell’Ambiente e dall’ISPRA.
Dall’indagine risulta che i rifiuti più frequenti sulle nostre spiagge sono bottiglie e contenitori di plastica seguiti da tappi e coperchi, mozziconi di sigaretta, stoviglie usa e getta di plastica, dai cotton fioc e da mattonelle e calcinacci.
«Per rifiuto da spiaggia (beach litter), si intende quello rinvenuto sulla linea di costa. Questo tipo di rifiuto può avere diverse provenienze, come ad esempio l’abbandono in loco o lo spiaggiamento dovuto a mareggiate o vento. La beach litter può essere inoltre anche originata dalle attività dell’entroterra, quali abbandono di rifiuti lungo i fiumi o una cattiva depurazione. In quest’ultimo caso i rifiuti arrivano sulle spiagge o in mare attraverso foci di fiumi, canali e scarichi mal funzionanti».
La d.ssa Rossella Muroni, direttrice di Legambiente, spiega: «L’obiettivo è quello di indagare la quantità e la tipologia di rifiuti presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo al fine di contribuire all’applicazione della direttiva europea sulla Marine Strategy. Un provvedimento che dà chiare indicazioni sull’impatto dei rifiuti marini e sull’obbligo di intervenire e rappresenta un’importantissima occasione per attuare finalmente politiche coordinate tra i diversi settori che riguardano il mare. Secondo diversi studi, circa il 70% dei rifiuti marini affonda e circa il 15% resta in superficie. Questo significa che i risultati dei campionamenti effettuati sulle spiagge rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso. Per questo servono azioni concrete di salvaguardia e sviluppo dell’ambiente marino e delle coste con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e dei territori. Interventi che in Italia sono in fase ancora embrionale. I risultati del monitoraggio di Legambiente sui rifiuti presenti sulle nostre spiagge richiamano però con forza l’urgenza di intervenire e forniscono un contributo prezioso per la valutazione delle politiche di prevenzione e riduzione del fenomeno».
«Sui litorali monitorati, la plastica è la categoria di rifiuto che batte tutti gli altri, con una percentuale del 65% sul totale di 15.215 rifiuti rinvenuti. Plastica di tutte le forme e dimensioni, dalle bottiglie agli shopper, dai tappi, al polistirolo, i secchi, le stoviglie usa e getta ma anche molti oggetti derivanti dal comparto della pesca. Il 9% degli oggetti plastici rinvenuti (più di 1.500), infatti, è costituto da reti, galleggianti, nasse, fili da pesca, senza contare l’ingente quantitativo di frammenti di polistirolo (che potrebbero essere i resti di cassette per il pesce). A seguire, ricoprono a tappeto le nostre spiagge i mozziconi di sigaretta (7%). Sono stati contati 1.035 mozziconi, il residuo di oltre 50 pacchetti di sigarette. Non mancano ai primi posti in classifica i metalli (6%) con lattine, barattoli e bombolette spray, seguiti dai rifiuti sanitari (5%) come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister. Poi materiali di costruzione al 4% (mattonelle e calcinacci), vetro al 3% (specie bottiglie), rifiuti di gomma (pneumatici, guanti) e tessili (scarpe, vestiti) entrambi al 2%. I rifiuti sanitari – al quarto posto in classifica – sono il segnale preoccupante dell’inefficienza dei sistemi depurativi. Ci dicono non solo che servono campagne di sensibilizzazione sui rifiuti da non buttare nel wc, ma che talvolta gli impianti di depurazione sono inefficienti e non riescono a filtrare neanche oggetti solidi di una certa grandezza (oltre che arrecare un’ingente inquinamento microbiologico all’ecosistema marino). II 79% degli oltre 500 oggetti contati è stato, infatti, registrato sulle spiagge distanti meno di 1 km da una foce».
Le spiagge a maggior densità di rifiuti sono risultate essere Barcarello a Palermo, quella del Golfo di Talamone a Orbetello (Grosseto), la spiaggia del Porto di Scarlino (Grosseto), la spiaggia Babbaluciara di Agrigento e la spiaggia Coccia di Morto/Pesce Luna di Fiumicino (Roma).
In queste 5 spiagge, è possibile contare in media fino a 4 rifiuti nella sola superficie occupata da un ombrellone.
RISULTATI SPIAGGIA PER SPIAGGIA (SICILIA)
– Spiaggia della Bandita (Palermo). Campionamento effettuato su un’area di 10.000 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 1116, di cui l’69% con dimensione superiore a 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 65% plastica; mozziconi 9%; mtallo 6%; vetro 4%; materiali da costuzione 4%; altro 12%.
– Spiaggia di Barcarello (Palermo). Campionamento effettuato su un’area di 1160 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 1217, di cui il 93% con dimensione inferiore ai 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 55% plastica; 16% materiale da costruzione; 15% mozziconi; 2% gomma; 12% altro.
– Spiaggia della Riserva Macchia Foresta del Fiume Irminio (Ragusa). Campionamento effettuato su un’area di 10.000 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 602, di cui il 55% con dimensione superiore a 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 90% plastica; 2% vetro; 1% gomma; 1% rifiuti sanitari (Cotton fioc, preservativi, assorbenti, blister, ecc…); 6% altro.
– Spiaggia Morghella di Pachino (Siracusa). Campionamento effettuato su un’area di 30000 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 1297, di cui l’77% con dimensione inferiore a 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 34% plastica; 16% mozziconi; 12% carta; 8% metallo; 7% materiale da costruzione; 7% vetro; 16% altro.
– Spiaggia Spinazza di Noto (Siracusa). Campionamento effettuato su un’area di 6000 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 773, di cui l’74% con dimensione inferiore a 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 46% plastica; 14% mozziconi; 13% materiale da costruzione; 12% carta; 8% metallo; 7% altro.
– Spiaggia Riserva Naturale “Oasi del Simeto” (Catania). Campionamento effettuato su un’area di 2.500 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 177, di cui il 66% con dimensione inferiore a 25 cm. Tipologia dei rifiuti: 77% plastica; 10% metallo; 8% vetro; 3% rifiuti sanitari; 2% altro.
– Spiaggia San Giovanni di Giardini Naxos (Messina). Campionamento effettuato su un’area di 10.000 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 32.
Tipologia dei rifiuti: 72% plastica; 9% gomma; 19 altro.
– Spiaggia Babbaluciara (Agrigento). Campionamento effettuato su un’area di 1.160 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 1361, di cui il 69% con dimensione superiore ai 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 86% plastica; 6% tessile; 5% metallo; 3% altro.
– Spiaggia Montelungo di Gela (Caltanissetta). Campionamento effettuato su un’area di 2.600 mq. Il totale degli oggetti rinvenuti è stato di 297, di cui il 66% con dimensione inferiore a 25 cm.
Tipologia dei rifiuti: 72% plastica; 17% rifiuti sanitari; 4% vetro; 7% altro.
«I rifiuti marini hanno un impatto pesante sugli ecosistemi ma anche sull’economia e sul turismo. Uccelli, tartarughe e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca o morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti. Inoltre, le microplastiche ingerite dagli organismi acquatici sono la causa principale del disequilibrio della catena alimentare e dell’intero ecosistema marino» (vedi La Plastisfera). «Sul fronte economico vanno considerati i danni meccanici alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, allo stock ittico, i costi di pulizia delle aree costiere e le conseguenze sull’appeal turistico».
(fonte:http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/legambiente_beach_litter_maggio_2014.pdf)
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