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Casa sempre più cara in Sicilia: anche Ragusa tra le province a rischio disagio abitativo
17 Set 2025 10:24
In Sicilia diventa sempre più difficile comprare o affittare casa. I numeri forniti dall’Ance sull’indice di accessibilità abitativa parlano chiaro: in diversi capoluoghi dell’Isola, l’acquisto o la locazione di un immobile è ormai proibitivo per ampie fasce della popolazione. Una situazione che non risparmia la provincia di Ragusa, dove i giovani, in particolare le coppie alla ricerca della prima abitazione, si trovano spesso schiacciati tra stipendi troppo bassi e prezzi di mercato in crescita.
Ragusa oltre la soglia critica
Se nelle grandi città come Palermo, Catania e Messina le famiglie meno abbienti devono destinare fino al 45% del reddito per il mutuo, anche a Ragusa la situazione è tutt’altro che rosea. Qui l’indice di accessibilità calcolato dall’Ance oscilla intorno al 35-37%, ben oltre la soglia critica del 30%. In pratica, un terzo del reddito di chi ha disponibilità limitate finisce nel pagamento della rata.
Non va meglio sul fronte degli affitti. L’analisi rileva che, per le famiglie con redditi inferiori ai 10.500 euro annui, la quota da destinare al canone in provincia di Ragusa arriva attorno al 30%, livello che segna una condizione di disagio. Un quadro che si complica ulteriormente considerando che il mercato delle locazioni sta vivendo un boom legato al turismo e agli affitti brevi, che sottraggono case al circuito residenziale tradizionale.
Giovani coppie in fuga dal centro
Chi non può permettersi una casa in città è costretto a spostarsi verso le periferie o nei comuni minori della provincia. Se da un lato ciò può rappresentare una scelta di vita più tranquilla, dall’altro comporta difficoltà logistiche: spostamenti più lunghi, costi per i trasporti e minore accessibilità ai servizi. A farne le spese sono soprattutto i giovani, sempre più esclusi dalla possibilità di costruire un progetto di vita stabile.
Una crisi che tocca anche il turismo
Il fenomeno si intreccia con la trasformazione urbanistica delle città barocche, come Ragusa Ibla, Scicli e Modica, sempre più orientate verso l’accoglienza turistica. Le abitazioni che un tempo ospitavano famiglie oggi diventano case vacanze o B&B. Una dinamica che genera ricchezza sul piano economico, ma che riduce drasticamente l’offerta abitativa per i residenti.
L’allarme dell’Ance e le richieste
“Siamo davanti a un’emergenza abitativa che rischia di compromettere la coesione sociale – sottolineano dall’Ance –. Servono interventi urgenti di rigenerazione urbana e social housing, capaci di recuperare spazi inutilizzati e restituirli alle comunità con alloggi accessibili e sostenibili”.
La proposta sul tavolo è chiara: un piano nazionale da 15 miliardi che, con il supporto di fondi europei e risorse private, possa ridisegnare il panorama abitativo italiano. La Sicilia, e con essa la provincia di Ragusa, rischia di pagare un prezzo altissimo se il tema della casa non diventerà una priorità politica.
Un futuro a rischio senza risposte
La casa, bene primario e diritto sancito dalla Costituzione, sta diventando un privilegio. A Ragusa come altrove, il mercato immobiliare racconta una realtà dove il sogno della proprietà o di un affitto sostenibile si allontana sempre più.
“Non si tratta solo di numeri – ammoniscono gli esperti – ma di persone, famiglie e giovani coppie che rinunciano a progettare il proprio futuro”.
Un campanello d’allarme che la politica non può ignorare. Perché dietro ogni indice percentuale c’è un pezzo di società che rischia di restare senza casa.
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