Camera per due. Nomine contrastanti imprigionano l’ente camerale

“Camera per due” è il titolo di una brillante commedia. Ma è anche il titolo del nostro articolo di oggi perché, in qualche modo, siamo dinnanzi ad una commedia. Non sappiamo quanto sia divertente, anzi lo è ben poco.

Partiamo da quello che possiamo definire il paradosso delle Camere di commercio. O meglio partiamo da quello che sarebbe dovuto essere l’obiettivo della riforma voluto dall’allora ministro Giorgetti, su pressione dell’ex parlamentare Stefania Prestigiacomo e dell’on. Nino Minardo, che per meglio farle funzionare (almeno questo si diceva…), ha accorpato sotto un’unica gestione gli enti camerali di Siracusa, Ragusa, Trapani, Caltanissetta e Agrigento e resa autonoma da tutti la Camera di Commercio di Catania, smembrando la Camera di Commercio del Sud Est che all’epoca era formata da Catania, Siracusa e Ragusa. Ma la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha rimesso in piedi i due commissari straordinari apre scenari imprevedibili e potenzialmente contraddittori.

Questi decreti di nomina sono stati oggetto di ricorso al Tribunale amministrativo regionale da parte di alcuni ex consiglieri della Camera di commercio del Sud Est, il cui legale difensore, avvocato Agatino Cariola, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale.

Da un lato, il Cga sembra aver accolto il ricorso degli ex consiglieri della Camcom del Sud Est, sostenendo l’invalidità della nomina dei commissari straordinari  (Giuseppe Giuffrida per la camera di commercio di Catania e Massimo Conigliaro per le altre accorpate per decreto) in quanto basata su una norma ritenuta incostituzionale. Ma dall’altro, i commissari straordinari hanno fatto notare come il Consiglio di giustizia amministrativa abbia di fatto riconosciuto la validità dei decreti di nomina, senza però specificare se da quel momento siano nuovamente in carica. Un punto nodale sulla cui interpretazione potrebbe sorgere contrasti.

A complicare il quadro, anche la nomina dell’attuale commissario della Camera del Sud Est, Antonio Belcuore, avvenuta a gennaio con decreto del presidente della Regione siciliana. Atto che non menziona la vicenda in atto e che non è stato impugnato, potendosi quindi ritenere valido. Si profilerebbe così una triplice governance per l’ente camerale, in attesa di un nuovo pronunciamento del Cga per chiarire chi ne ha legittimamente il controllo. Non è escluso neppure un intervento del ministro dello Sviluppo economico per fare definitiva chiarezza.

Il paradosso sembra servito, in una situazione kafkiana che blocca il sistema camerale siciliano e getta nel caos le imprese. Urgono risposte celeri, per evitare che la Camera di Commercio del Sud Est continui a essere ostaggio di una intricata matassa burocratica.

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