Caccia, anche il CGA dopo il TAR dice no all’avvio anticipato della stagione nella Regione Siciliana

Anche il Cga dice no all’anticipazione della stagione venatoria. La presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, Rosanna De Nictolis, ha respinto l’appello delle associazioni venatorie contro l’ordinanza del Tar di Palermo che, il 25 luglio, aveva sospeso il calendario per la caccia 2022-23 emanato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura.

Il Cga ha anche confermato il divieto di caccia alla tortora e al coniglio. A darne notizia sono le associazioni ambientaliste e animaliste Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia che avevano impugnato il calendario, denunciandone l’illegittimità per violazione delle normative nazionali e comunitarie sulla tutela della fauna e per il mancato rispetto del parere scientifico dell’Ispra. 

“Ci auguriamo – affermano le associazioni – che finalmente, la Regione Siciliana smetta di forzare le regole a favore dei cacciatori, si adegui una volta per tutte e regolamenti la stagione venatoria nel pieno rispetto delle norme vigenti e delle indicazioni scientifiche di Ispra, rispettando la legalità, la fauna e la biodiversità che sono patrimonio prezioso di tutti noi e delle future generazioni”.

L’auspicio è anche che la Regione “abbandoni ogni eventuale ipotesi di decreti last minute per ‘aggirare’ le decisioni di Tar e Cga e riaprire la caccia dal 1 settembre, così come avvenuto nel recente passato”. Il Cga, nel respingere l’appello, ha anche ricordato come negli anni passati il calendario venatorio sia stato più volte censurato dai giudici per le reiterate disposizioni che aumentavano illegittimamente i tempi, le modalità e le specie cacciabili.

Il Cga ha ritenuto corretta e condivisibile la sospensiva del Tar ”avuto riguardo al supremo principio di precauzione in materia ambientale, al valore giuridico del parere dell’Ispra, ai precedenti calendari venatori della Regione Siciliana e al relativo contenzioso”, evidenziando proprio il ”valore giuridico” di tali precedenti pronunciamenti ”sui calendari faunistico-venatori degli anni pregressi, che dovrebbero avere valore di orientamento e guida dell’azione amministrativa al fine di assicurare un corretto bilanciamento tra la tutela della fauna selvatica, che costituisce patrimonio non della sola Regione Siciliana ma dell’intero Paese, e la tutela dell’interesse dei cacciatori”.

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