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Borghi e siti Unesco, la mossa che può cambiare, almeno in parte, il destino dei territori. Da Regione fondi in finanziaria
26 Dic 2025 22:25
La bellezza come infrastruttura, non come cartolina. In Sicilia il patrimonio culturale e paesaggistico continua a rappresentare una delle leve più forti – e spesso sottoutilizzate – per lo sviluppo dei territori, soprattutto quelli interni. Borghi, centri storici, aree UNESCO non sono soltanto luoghi da preservare, ma spazi vivi che chiedono servizi, gestione, investimenti e una visione capace di trasformare l’identità in opportunità economica e sociale.
Negli ultimi anni, però, molti Comuni si sono trovati a fare i conti con risorse limitate e con la difficoltà di sostenere, da soli, costi di manutenzione, promozione e accoglienza turistica. Un problema strutturale che riguarda soprattutto le realtà più piccole, spesso ricchissime di storia ma fragili dal punto di vista amministrativo e finanziario. Da qui l’esigenza, più volte sollevata dagli enti locali, di interventi mirati che riconoscano il valore strategico della cultura nei processi di rilancio.
È in questo quadro che si inseriscono alcune misure contenute nella recente manovra finanziaria regionale approvata dall’Assemblea regionale siciliana. L’articolo 11 del provvedimento, in particolare, concentra risorse significative sulla valorizzazione dei borghi e dei siti riconosciuti dall’UNESCO, destinando complessivamente oltre 5 milioni di euro ai territori coinvolti.
Il comma 25 prevede, per l’esercizio finanziario 2026, 1,2 milioni di euro a favore dei Comuni siciliani inseriti nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia” – Monterosso Almo, Ferla, Palazzolo Acreide e Buccheri – e ulteriori 400 mila euro per quelli che hanno ottenuto il riconoscimento di “Borgo dei Borghi”, come Montalbano Elicona, Petralia, Sambuca di Sicilia e Gangi. Risorse che potranno essere utilizzate per migliorare i servizi di accoglienza e rafforzare le attività di promozione turistica.
Ancora più consistente lo stanziamento previsto dal comma 26, che assegna 4 milioni di euro ai Comuni che ospitano siti UNESCO o che rientrano nei Geoparchi riconosciuti a livello internazionale. Tra questi figurano, tra gli altri, la Palermo arabo-normanna con le Cattedrali di Cefalù e Monreale, le Città tardo barocche del Val di Noto, Siracusa e Pantalica, la Valle dei Templi di Agrigento, la Villa Romana del Casale e le Isole Eolie. Il contributo potrà arrivare fino a 250 mila euro per singolo Comune.
A spiegare il senso dell’intervento è l’onorevole Ignazio Abbate, che rivendica l’impostazione della misura: «Con l’approvazione della manovra finanziaria regionale abbiamo voluto dare una risposta concreta alle esigenze reali dei territori, puntando su un asset fondamentale come l’identità culturale». Un approccio che, secondo Abbate, nasce anche dall’esperienza amministrativa maturata come sindaco: «Investire su borghi e siti UNESCO significa permettere alle amministrazioni di programmare, rendere più fruibili luoghi di valore mondiale e trasformare la bellezza in un volano economico stabile».
Resta ora la sfida dell’attuazione: trasformare le risorse in progetti efficaci, capaci di incidere davvero sulla qualità dei servizi e sulla vita delle comunità locali, evitando che i fondi si disperdano in interventi frammentati. Perché la bellezza, da sola, non basta: ha bisogno di visione, competenze e continuità.
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