BIS IL BISCOTTO E LA MAGIA DEL NATALE

Quando un profumino intenso alla vaniglia arrivava in ogni angolo della casa, significava che era arrivata proprio l’ora della merenda, ovvero latte e biscottini in quantità! Era una gioia per i nipotini di nonna Adele inzupparli uno ad uno, tanto che finivano subito. Ogni volta, infatti, era sempre la solita storia: quando ormai il piattino era vuoto, i bambini guardavano la vetrinetta della cucina dove era chiuso a chiave un biscotto! La nonna non ne voleva proprio sapere di accontentarli e si era sempre rifiutata di offrire loro Bis. Quel dolcetto la nonna lo aveva chiamato così proprio perché i nipotini volevano fare sempre il “bis” e ne era molto gelosa. Bis era un biscotto particolare: aveva più di cento anni, era vivo ed era un gran chiacchierone, ma soprattutto era magico. Infatti, appeso nel punto più alto della città, nel giorno di Natale, donava gioia a tutti i bambini.

La nonna, quindi, aveva l’importante compito di custodirlo per poi,  prima della notte della Vigilia, compiere la sua missione e regalare, così, tanti sorrisi ai più piccini.  Ma a complicare le cose era quel gran brontolone di Totò il gatto, che odiava il Natale e il fracasso dei cenoni, ma soprattutto Bis, proprio perché parlava, parlava, parlava senza mai finirla. Il piano che Totò aveva in mente era quello di rapirlo e di venderlo al mercato per comprare tanto pesce, perché Adele era vegetariana, e non cucinava mai niente che lo rendeva contento .

Un giorno, quando i nipotini erano a scuola e la nonna era fuori per fare la spesa delle solite verdurine, quel furbastro di un gatto, quatto quatto, riuscì ad aprire la vetrinetta e afferrare il povero Bis. A nulla erano valse le sue urla, perché Totò fu velocissimo a svignarsela e scappare dalla finestra. Giunto al mercato, tutto felice e saltellante, pensando alla ormai sempre più vicina scorpacciata di merluzzo, cercò di vendere il biscotto magico. Ma grande fu la delusione di Totò, visto che nessuno voleva comprare quel dolcetto, perché lo aveva tenuto in bocca ed era tutto appiccicaticcio di bava; e poi era difficile vendere un solo e semplice biscotto, anche perché nessuno sapeva dei suoi poteri. Dopo tante ricerche, riuscì finalmente a trovare qualcuno interessato, anche se disposto a pagare pochissime monetine. Altro che scorpacciata di pesce, ma almeno si liberò subito di quel dolcetto così fastidioso!

Mentre ancora il gatto era in cerca di un buon affare, i nipotini, appena usciti da scuola, lo videro insieme a Bis e preoccupati, iniziarono a correre per raggiungere ed avvertire la nonna. Appena seppe della notizia Adele pianse dalla disperazione, perché senza Bis il Natale non poteva essere un Natale felice. I pianti durarono, fino a quando bussarono alla porta: era l’uomo che aveva comprato Bis al mercato, che non sopportando più tutto quel parlare, lo portò subito a casa. Nonna Adele, felicissima, decise di festeggiare e preparare tanti biscottini come premio per i nipotini. Anche quell’anno per i bambini fu un Natale felice, ad eccezione di Totò il gatto. Infatti Bis fu portato nel punto più alto della città, ma al suo fianco c’era proprio Totò, che essendo in punizione, dovette ascoltare, per una intera settimana, tutte le canzoncine e le storielle di Natale dell’instancabile Bis, il chiacchierone.

Grazie alla maestre e alla classe V E del 1° circolo didattico “Papa Giovanni XXIII” di Vittoria.

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