Bimbo nasce a 11 mila metri d’altezza sul volo Qatar Airways per Bangkok

Sul volo Doha-Bangkok, a 11 mila metri d’altezza, è nato un bambino. Il comandante ha deciso di effettuare un atterraggio d’emergenza a Calcutta, in India, per le cure mediche necessarie al neonato. Una passeggera, sul suo profilo Facebook ha pubblicato la foto del lieto evento, descrivendo dettagliatamente cosa fosse successo durante il volo, il suo posto era vicino alla futura mamma.

Ha sottolineato la compostezza e la professionalità delle hostess che non si sono fatte trovare impreparate. Per fortuna, ha scritto la testimone, che sul volo fosse presente un medico otorinolaringoiatra che ha portato la partoriente in una zona più spaziosa nella parte anteriore del velivolo dove poter partorire in tutta tranquillità.

La passeggera ricorda come il volo QR830 del Qatar Airways di 6 ore sia diventato per questo evento inatteso di 12 ore, ma nessun passeggero si è lamentato per il forte ritardo. Per gli amanti del diritto ci si è chiesti quale cittadinanza possa essere dato ad un bambino nato in volo.

Ebbene gli esperti affermano dell’esistenza di una legge, in vigore tutt’ora negli Stati Uniti, in cui si fa riferimento per l’attribuzione della cittadinanza all’aeroporto dove l’aereo dovrà atterrare, in tal caso era Calcutta.

Sul punto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, bisogna dire che non c’è una uniformità delle norme perché in alcuni paesi conta la legge del suolo, quindi il neonato acquisisce la nazionalità della bandiera del velivolo, per altri invece conta la legge del sangue ossia quella dei genitori. Nel caso di nascita di un bambino su un aereo quest’ultimo può avere la doppia cittadinanza data dall’accumulo della legge del suolo e della legge del sangue, come nel caso di oggi.

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