Azioni banca, il comitato commenta le buone notizie ma pone alcuni dubbi

Torna a farsi sentire il comitato dei piccoli azioni della Bapr che commenta le buone notizie che riguardato l’istituto bancario siciliano, particolarmente attivo negli ultimi mesi anche grazie ad una serie di importanti convenzioni. Di contro, il comitato evidenzia la necessità di dar risposta ad alcuni dubbi.

In rappresentanza dell’organismo nato spontaneamente, i componenti Salvatore Barrano, Mirco Di Dato, Florinda Giangravé, Attilio Gregna e Salvatore Rando, rilevano che le notizie recenti che parlano dei positivi risultati raggiunti dalla Bapr sono da ritenersi molto utili anche perché sono “risultati per i quali il Comitato dei piccoli azionisti e risparmiatori della Bapr ha molto lavorato. Richieste fatte a tutti i livelli, con lettere formali e ai tavoli istituzionali”.

Il comitato pone poi quelli che definisce “ragionevoli dubbi” in quanto, viene sottolineato, nonostante il confronto si sia svolto “nel selciato delle istituzioni, della correttezza e dell’interesse collettivo dei risparmiatori”, ancora oggi molti risparmiatori si ritrovano con i propri investimenti bloccati “in un labirinto di normative, indirizzi e in un meccanismo di mercato che non si sblocca, nonostante la vantata patrimonialità dell’istituto di credito siciliano, la sua solidità e i successi divulgati sulla stampa”.

Nel lungo documento il comitato fa riferimento ad esempio al fondo di solidarietà, ma anche al mercato hi-mtf e ai dividenti oltre a delle specifiche controversie locali. Per il fondo di solidarietà il comitato fa presente che “il regolamento è stato leggermente modificato in melius rispetto al passato. Purtroppo, non possiamo ritenerci del tutto soddisfatti, perché le patologie e il grado di invalidità richiesti unitamente all’Isee e ai requisiti di reddito sono sempre tali da escludere molti azionisti bisognosi di disporre della propria liquidità. Azionisti che comunque soffrono sia per le loro condizioni cliniche che finanziarie, a causa del mancato ristoro dei soldi investiti. Sarebbe stato molto più utile prevedere – ad esempio – un’alternativa tra i due requisiti, ossia solo l’Isee o solo l’invalidità. Richiedere entrambi i requisiti è estremamente vincolante”.

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