Aumentano le nidificazioni in Sicilia. Il report parla di 111 nidi fra l’isola e Lampedusa

Gli arrivi in spiaggia sono soprattutto di notte. Le tartarughe dalle acque del mare raggiungono gli arenili, soprattutto nelle parti sabbiose dove depongono le uova. Tutto nel silenzio delle ore notturne con i volontari del WWF che vigilano le spiagge dove sono state depositate le uova dalle mamme tartarughe della specie marina caretta-caretta. Un lavoro immane per Oleana Prato, biologa che troviamo a guidare un “esercito” di volontari che cresce sempre più forte.

Oggi sono 111 i nidi in Sicilia.

La prima provincia è Siracusa con 54 ovodeposizioni, segue Ragusa con 25, Agrigento con 17 (di cui 11 di queste sono su Lampedusa), 5 nidi in provincia di Trapani, 5 a Palermo, 4 a Catania ed 1 a Caltanissetta. Questi i numeri. Naturalmente provvisori visto che giorno dopo giorno il numero dei nidi aumenta sempre più.

Ma cosa sta accadendo in questi mesi? Da una ricerca le fasi della deposizione e della schiusa.

Nel mare Mediterraneo, le nidificazioni avvengono fra fine maggio ed agosto e soprattutto nelle ore notturne. Ogni tartaruga femmina depone, ogni 2-3 anni, da 3 a 4 nidi a stagione. In media sono un centinaio le uova che vengono deposte in una buca scavata nella sabbia poi ricoperte con essa. Sembrano palline di ping pong: queste le dimensioni. L’incubazione è favorita dal calore della sabbia ed il suo periodo varia in relazione all’andamento termico stagionale e alle caratteristiche della sabbia (colore, granulometria, umidità), oscillando, in genere, tra i 45 e i 70 giorni – spiega un sito specializzato – la temperatura della sabbia determina altresì il sesso delle piccole tartarughe, nel corso del loro sviluppo embrionale: al di sopra di un valore soglia di circa 29 °C che, in condizioni ideali si colloca a metà della camera delle uova, nasceranno femmine, al di sotto, maschi. I piccoli, una volta rotto il guscio non emergono subito dal nido ma alcuni giorni dopo, in genere 3-4 giorni. L’emersione è nelle ore notturne con i piccoli si dirigono rapidamente verso il mare, ossia verso l’orizzonte più luminoso. Questo comportamento spiega gli effetti di disorientamento che l’illuminazione artificiale determina sui piccoli, portandoli a dirigersi verso terra, causandone così la morte. Una volta giunti in mare, i piccoli nuotano ininterrottamente per oltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate, allontanandosi dalla costa per raggiungere in alto mare le zone ricche di nutrimento.

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