È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ARTE E SPIRITUALITA’, TRA “LE DONNE DEL PARADISO DI DANTE” DEL MAESTRO FRANCO CILIA E L’ARRIVO DELLA MADONNA DI FATIMA
11 Giu 2015 05:31
L’ accoglienza della madonna di Fatima, nel piazzale Caduti di Nassirya, è stata immensa e molto sentita dai fedeli, soprattutto nel momento dell’apertura della custodia in cui è contenuta la statua durante il viaggio, spiega Don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute- si tratta della statua numero 8, proveniente dal Santuario di Fatima, e ce ne sono altre sei che viaggiano in tutto il mondo-. Altri momenti toccanti della cerimonia sono stati, il volo dei palloncini che, tutti uniti, formavano la corona del Rosario, segni tipici della Madonna di Fatima, la Virgo Fidelis dei carabinieri, e la benedizione dei bambini. La cappella dell’ospedale civile, ancora una volta si colora di una Luce divina, mistica, profondamente spirituale, attraverso la sublimazione dell’arte dell’artista ragusano Franco Cilia. In occasione dell’arrivo e della permanenza della statua della Madonna di Fatima, grazie alla lungimiranza di Padre Giorgio Occhipinti, tutte le pareti della cappella si sono arricchite di alcune delle sue opere, esposte durante la XXXIII Mostra della Fondazione Casa di Dante in Abruzzo, “Dante e le donne del Paradiso”, e in altre mostre in Italia, dedicate al poeta della Divina Commedia. “Per arrivare all’alba, non c’e’ altra via che la notte”… Lo splendido aforisma del poeta filosofo libanese Kahlil Gibran, si associa bene alla visione del sommo poeta Dante Alighieri, e dell’artista Franco Cilia, poichè nella loro vita, e nella loro arte, hanno compiuto un viaggio attraverso l’inferno, il purgatorio, fino alla destinazione ambita da tutti, il Paradiso, al cospetto della Vergine Madre. Dice Franco Cilia, attraverso un messaggio scritto, (poiché impossibilitato ad essere presente), diretto a Padre Giorgio Occhipinti e a tutti i fedeli presenti nella cappella, < Caro Don Giorgio, ti confesso che questa Mostra riveste per me un carattere particolare e mi dispiace non essere presente, ma la cervicale ha deciso così. Nel darmi il tema, mi hai esortato ad essere “luminoso” per questa mia presenza alla cappella dell’Ospedale, ad alzare lo sguardo verso il Paradiso e a soffermarmi dove il sommo Poeta ha collocato le anime sante di donne la cui sofferenza terrena è trasfigurata nello splendore della luce, per accogliere Maria, la madre santa di tutti noi. Le donne che Dante incontra nella terza Cantica accompagnato da Beatrice, prima che lei, l’amata, spiccasse il suo volo tra le stelle, hanno tutte storie che impegnano la mente e il cuore; sono donne che nella vita terrena avevano attraversato o i deliri della carne o la violenza della vita. Dante le sublima e le colloca nel luminoso turbinio del cielo, facendoci comprendere come Dio cancella i peccati se il cuore ne rinnega il nefasto potere, per entrare nella profondità della luce divina, in quella luce in cui Beatrice, Costanza D’Altavilla, Cunizza da Romano, Raab vivono, ma seppure con timore, il mio colore le ha cercate e le ha trovate all’interno di quella visione straordinaria dove tutto è armonia e luce>. Anche l’artista, che possiamo certamente definire, poeta della Luce, come Dante, realizza un viaggio nel triplice cerchio di luce, indicandoci quale sia la giusta strada da percorrere nel cammino di fede, attraverso il percorso tracciato da Maria, madre di Dio. Conclude il Maestro, < ..soltanto l’amore in Maria, vince sempre il nero della morte!> Una frase che si concretizza magistralmente nelle sue tele: il dipinto, accanto alla statua della Madonna pellegrina di Fatima, “Canto IX”-Da questo cielo, in cui l’ombra s’appunta che ’l vostro mondo face, pria ch’altr’ alma del trïunfo di Cristo fu assunta- il cielo, o meglio universo, trapunto di stelle scintillanti, viene folgorato al centralo della scena, (quasi sempre sarà così anche nelle altre tele), dalla Luce divina. Una luce radiosa crea un vortice splendente, in cui si materializza una croce, all’interno di una sfera circolare, dalla quale una donna, con la veste bianca, spicca in volo verso l’infinito, nella volta celeste. In un’altra tela, “Vergine Madre, figlia di tuo figlio”, vediamo raffigurata la Vergine Maria, al centro della scena, in veste bianca, simbolo di purezza, fasciata da un mantello verde, emblema di fede, carità e speranza. San Bernardo e Dante si accostano alla sua figura, e vengono trascinati dalla luce salvifica che, sfolgorante, di forme circolari e spiraliforme, vede al suo interno anche alcune figure angeliche. Tutte le otto opere installate sono quindi veicoli attraverso cui il fedele può percorrere nell’universo del colore e della luce di Franco Cilia, giungendo infine alla meta, e alla salvezza divina, aiutati dalla presenza costante della Vergine Madre, Luce infinita e trionfatrice sul nero delle tenebre.
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