ARRESTATO SCAFISTA TUNISINO RESPONSABILE DI AVER CONDOTTO UN PESCHERECCIO SALPATO DALLA LIBIA CON 360 PERSONE A BORDO.

360 migranti a bordo di un peschereccio ed  un solo comandante: MAHMOODI Jamil, nato in Tunisia il 19/07/1994.

Il responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

Anche per questo caso di soccorso i migranti sono tutti provenienti da diversi paesi dell’Africa, parte ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri sull’intero territorio nazionale.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

In data 24/07/2015, alle ore 06.30, la nave L.E. NIAMH, battente bandiera irlandese, dirigeva verso un natante in difficoltà. Alle successive ore 08,55 la nave avvistava otticamente un barcone in legno di colore blu scuro. Il predetto natante si presentava sovraccarico di migranti tutti sprovvisti di salvagente. Pertanto alle ore 09.00 veniva dichiarato evento S.A.R. e tutti i migranti venivano fatti trasbordare sulla nave giunta in soccorso e le relative operazioni si concludevano alle ore 13.30 successive con il recupero di 358 persone di cui 314 uomini, 30 donne, di cui 7 in stato di gravidanza, e 14 minori di varie nazionalità (prevalentemente Bangladesh, Etiopia, e Siria). Nelle ore successive la nave L.E. NIAMH accoglieva a bordo altri 109 clandestini, precedentemente salvati da altra unità navale, e quindi dirigeva la propria rotta verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 10,00 circa del 25/07/2015. Solo parte dei migranti, dopo lo sbarco, venivano condotti presso il  C.P.S.A di Pozzallo mentre altri venivano trasferiti in altri centri d’accoglienza della penisola.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica specie in occasione di eventi che vedono l’arrivo di quasi 500 migranti sono particolarmente complesse. L’esperienza maturata dalla Polizia di Stato nella gestione di tali accadimenti ha permesso all’intera macchina organizzativa di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere un impatto simile.

Le operazioni di sbarco non hanno così avuto alcun ritardo, tanto da permettere un’immediata assistenza ai migranti.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente sabato sono state movimentate quasi 1.000 persone.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le prime fasi delle indagini in poco più di 12 ore.

Quando i migranti vedono che parte di essi viene subito inviata in altri centri anziché restare dentro la struttura del C.P.S.A. assumono un atteggiamento di reticenza, non fosse altro perché credono di subire un torto rispetto agli altri.

Così non è, perché tutti godranno degli stessi diritti, ma quel viaggio che continua a bordo di un autobus, a loro fa credere di andare in un posto del nord che permette di raggiungere più agevolmente altri paese europei.

Con un bel po’ di fatica anche questa volta, grazie anche agli interpreti, si è riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di un cittadino tunisino che per non far trovare i soldi provento del delitto agli investigatori, ha cucito all’interno dei pantaloni un’apposita tasca segreta.

Ormai l’esperienza professionale nel settore sbarchi è tale che è quasi impossibile riuscire a far cadere in errore i poliziotti, difatti un’accurata perquisizione ha permesso di trovare dollari americani ed una sim card attualmente al vaglio della Sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Ragusa.

Lo scafista una volta individuato è stato informato di quanto già raccolto dagli investigatori, ma non ha reso confessione.

Tra i migranti vi erano diversi egiziani e marocchini che hanno retto il gioco al tunisino, inventando storie disparate che hanno fatto perdere diverso tempo agli investigatori. Forse perché minacciati o probabilmente perché consapevoli che per gli accordi bilaterali tra l’Italia e l’Egitto verranno rimpatriati, hanno voluto aiutare lo scafista ma anche questo non è bastato per mettere in difficoltà la Polizia.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 80 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it