ARRESTATO SCAFISTA EGIZIANO REO CONFESSO

Lo scafista che è stato fermato ieri era in compagnia del figlio ed a suo carico sono emersi gravi indizi di colpevolezza. È stato identificato per ABDIGHAWAL Mhammad, nato in Egitto il 01.01.1969 ed è accusato di aver commesso il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante. Il fermato è responsabile di aver procurato l’ingresso in Italia di complessive 164 persone eludendo i controlli di frontiera e mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri.

 

I FATTI

 

Alle ore 16.25 del 25/09/2014  dopo molteplici contatti con la Centrale di Coordinamento  per il Salvataggio di Roma al comandante della nave  STAR OF SEA  veniva ordinato di concorrere  al salvamento di un’ imbarcazione  di migranti  già in acque. Il trasbordo dal natante in difficoltà  verso  la nave STAR OF SEA  di 164  clandestini, tra cui molte donne e bambini, si concludeva quindi  nel corso delle successive due ore.

La STAR OF SEA attraccava quindi al porto di Pozzallo nella prima mattinata del successivo 27 settembre  consentendo il ricovero dei migranti presso il locale Centro di prima accoglienza.

 

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Completate le fasi di assistenza in banchina, tutti i migranti venivano fatti salire a bordo dei pullman per il trasferimento al C.P.S.A di Pozzallo.

Una volta giunti al centro i migranti venivano sottoposti alle procedure di identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura e della Polizia Scientifica.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

La Polizia di Stato ha predisposto già il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica per la gestione di eventuali flussi migratori in arrivo considerato che numerose sono le persone soccorse in mare in queste ore, difatti centinaia sono i trasferimenti per altri centri della nazione.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica e da un’aliquota della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo, hanno provveduto nella giornata di ieri a fermare lo scafista, peraltro reo confesso.

Questa volta gli investigatori hanno interrogato anche il comandante della nave che li ha soccorsi che ha fornito preziose informazioni in merito alla condotta dello scafista e del figlio che lo collaborava.

Dalle indagini effettuate grazie ai testimoni e dalle attività di Polizia Giudiziari tipica è stato possibile appurare che il figlio dello scafista non ha fornito alcun apporto all’attività criminosa e che solo il padre ha portato a termine il reato.

Al termine dell’escussione dei testimoni e della confessione dello scafista che ha ammesso le proprie responsabilità riferendo inoltre che il figlio non ha in alcun modo percepito compensi o coadiuvato in modo determinante nella conduzione del natante, gli investigatori hanno fermato il responsabile del reato conducendolo in carcere.

La celerità delle indagini è legata di sicuro all’opera di convincimento dello scafista. Quest’ultimo messo davanti all’evidenza dei fatti, impaurito per le conseguenze che potevano abbattersi sul figlio, ha reso dichiarazioni precise in merito alle sue responsabilità elemento che ha aiutato Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria a concludere velocemente le attività.  

Tutti i migranti anche in questo caso sono stati fatti permanere all’interno di un capannone e li tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici, poi la partenza, prima camion, poi a piedi ed infine su piccoli gommoni fino a raggiungere la barca in legno che li avrebbe portati in Italia.

Hanno pagato 1.500 dollari a testa cosicchè all’organizzazione sono andati quasi 250.000 dollari.

Lo scafista ha percepito 2.800 dollari così come da lui stesso ammesso.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dagli investigatori durate complessivamente quasi 16 ore, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 132 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.

 

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