Arrestato pericoloso latitante. Si nascondeva a Santa Croce Camerina. Aveva chiesto asilo politico sotto altro nome

Il latitante Mohamed Ben Alì, è stato arrestato a Santa Croce Camerina, nel Ragusano a seguito dei controlli effettuati sul territorio da un anno doveva scontare per omicidio preterintenzionale e spaccio di stupefacenti in concorso con altri, una pena complessiva di 11 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione, doveva pagare una multa di 4.200 euro. La Polizia di Stato lo ha arrestato nel corso di controlli disposti dal questore di Ragusa Vincenzo Trombadore, con la condivisione dei comandanti provinciali dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza che si sono incentrati a Santa Croce Camerina, anche a seguito delle tematiche approfondite in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Per tre stranieri di origine tunisina irregolari sul territorio nazionale, sono stati adottati i provvedimenti – emessi dal Prefetto e dal Questore – di espulsione e trattenimento presso il Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta. Su un caso in particolare sono emerse dichiarazioni contrastanti. Un tunisino, che non ha esibito alcun documento, e che secondo quanto riferisce la questura ha cercato di sviare “l’attività identificativa mediante fuorvianti dichiarazioni circa il suo asserito status di rifugiato ed il suo ingresso in Italia avvenuto da Lampedusa”.

Da controlli più approfonditi, dalle banche dati delle forze di polizia, e tramite identificazione fotodattiloscopica, è emerso che lo straniero, nel corso degli anni, aveva fornito numerosi sette identità diverseDagli elementi documentali è emerso che l’uomo aveva accumulato numerose condanne e denunce per attività di spaccio di sostanze stupefacenti (hashish ed eroina) e diversi provvedimenti di espulsione e trattenimento presso vari C.P.R. della penisola da cui era riuscito a fare perdere le proprie tracce. C’era anche un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello de L’Aquila datato 14 marzo 2022, perché lo straniero doveva scontare un cumulo di pena complessiva per omicidio preterintenzionale e spaccio di stupefacenti in concorso con altri, una pena complessiva di 11 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione, doveva pagare una multa di 4.200 euro. Alla parte più consistente di tale ordine, per una parte della condanna, 9 anni, lo straniero si era già sottratto dal 20 aprile 2019 ed era ricercato anche in ambito internazionale. 

LA CARATURA CRIMINALE DEL LATITANTE 

Una sequenza di crimini iniziati da un arresto dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno per spaccio di stupefacenti a gennaio 2015. In carcere, a Marino del Tronto per futili motivi, aveva aggredito il compagno di cella Achille Mestichelli, 53 anni ascolano, cagionandogli gravissime lesioni che poi lo portarono alla morte. La vittima, nel corso dell’esame autoptico risultò avere il cranio fracassato, sette costole rotte e la milza spappolata. Un omicidio che destò un clamoroso scalpore a livello nazionale, come dimostrano le cronache dell’epoca. Oltre all’ordine di esecuzione, allo straniero è stato notificato un ulteriore provvedimento relativo ad un procedimento per lesioni personali inferte agli agenti di Polizia penitenziaria il 25 novembre 2015. Aveva cercato, per vendetta, di sfregiare al volto il giudice per le indagini preliminari che doveva procedere all’interrogatorio di garanzia nei suoi confronti per l’omicidio di cui si era reso responsabile; non era riuscito nell’intento solo per il pronto intervento degli agenti di Polizia penitenziaria che lo scortavano, e a cui comunque aveva cagionato lesioni. Per tale aggressione l’uomo era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri nel 2016. L’uomo aveva fatto ingresso in Italia nel maggio 2011, l’anno successivo aveva fatto richiesta di asilo, non presentandosi mai alle convocazioni della competente Commissione per sostenere il colloquio, le misure cautelari a suo carico avevano cessato di avere efficacia e dopo la scarcerazione si era reso irreperibile, sino ad ieri, quando è incappato nei controlli di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Adesso si trova ristretto presso la casa Circondariale di Ragusa.

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