ARCHITETTURA FUNERARIA DI CAVA ISPICA

Saranno resi noti, nel corso del nuovo appuntamento di “Ergasterion-Fucina di archeologia”, i nuovi dati sull’architettura funeraria rupestre del comprensorio di Cava Ispica. Ad illustrare i risultati delle più recenti indagini condotte nell’altopiano ibleo, ad Est dell’Irminio e più specificatamente nel comprensorio di Cava Ispica sotto la direzione della Soprintendenza di Ragusa, sarà Giuseppe Terranova, dottorando in Scienze archeologiche e storiche presso l’Università degli studi di Messina. Decisive le numerose testimonianze funerarie di natura rupestre che, soprattutto per l’età preistorica e per quella tardoromana, consentono di ricavare dati sempre più precisi non solo riguardo alle loro intrinseche connotazioni architettoniche, ma anche in merito al quadro distributivo e alla consistenza degli insediamenti antichi. Si soffermerà sulle ceramiche di Thapsos. Gianchino  Maria Federica Gianchino, laurea magistrale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, chiarendo l’attribuzione cronologica dei materiali ceramici rinvenuti durante la campagna di scavo effettuata a Bruca-Arizzi nel 2002.

I reperti di tale scavo si trovano oggi conservate in cinquantacinque cassette nei magazzini del museo civico di Modica intitolato a Franco Libero Belgiorno. Il sito di Bruca–Arizzi riveste particolare importanza per la posizione, trovandosi in un posto strategico nonché punto di snodo tra la costa siracusana e quella agrigentina. Infine Orazio Palio, ricercatore in Preistoria e Protostoria, parlerà delle testimonianze del bicchiere campaniforme, di provenienza europea, nonché della facies ad esso connessa e riferita alla prima età del Bronzo siciliano. Non resta che aspettare venerdì, a partire dalle 17,30 presso l’auditorium di Santa Teresa a Ibla, per assistere al terz’ultimo di questo ciclo di incontri promosso dalla sezione di Ragusa dell’associazione “SiciliAntica”.

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