Apertura al culto della nuova chiesa San Massimiliano Kolbe a Modica Alta. Il 14 settembre la cerimonia

Realizzata dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, grazie ai fondi stanziati dall’8 per mille, la nuova chiesa San Massimiliano Kolbe sulla Modica-Giarratana sarà aperta al culto il prossimo 14 settembre. Per Modica “la città delle cento chiese” un nuovo tempio. E’ intitolato al frate francescano polacco ed è stata progettata e realizzata secondo criteri d’avanguardia. Il progetto è dell’architetto Fabio Bruno, direttore dei lavori ingegnere Giancarlo Leone. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Appaltitalia Srl con sede a Noto. Un edificio di culto realizzato in tempi brevi, così come la chiesa di San Giorgio a Donnalucata, grazie anche all’apporto concreto della Conferenza Episcopale Italiana. Attualmente la diocesi di Noto oltre alla nuova chiesa San Massimiliano Kolbe a Modica ha in corso anche la costruzione di una nuova chiesa per Frigintini.

Ad ufficializzare, in queste ore, la data dell’apertura il Vescovo mons. Rumeo.

Sarà un giorno che la Chiesa di Noto e la città di Modica ricorderanno sempre con immensa gioia e sentimenti di gratitudine al Signore per il dono di un nuovo tempio: la Chiesa dedicata a San Massimiliano Maria Kolbe – annuncia il Vescovo Rumeo – questo nuovo tempio costituisce ciò che siamo e ciò che dobbiamo continuamente realizzare. Un ringraziamento al Parroco Don Armando Fidone per la tenacia e per la forza con cui si è speso in questi anni, al carissimo Don Paolo Alescio iniziatore dei lavori e al mio predecessore Mons. Antonio Staglianò, ai signori Di Rosa Giovanni e Licitra Giovanna che hanno donato il suolo per la costruzione della Chiesa, all’architetto Fabio Bruno, agli Uffici della Curia che hanno seguito i lavori, ai collaboratori e volontari della Parrocchia, al sindaco ed alle autorità civili e militari. Tutte le volte che varcheremo la sua soglia, chiederemo umilmente a Dio di farci crescere nell’unità e nell’umiltà – conclude Salvatore Rumeo – quando usciremo da questo tempio, dobbiamo portare con noi la volontà, l’impegno e l’entusiasmo di porre sempre semi di comunione e di evangelica speranza. Questa casa di Dio tra le nostre case diventa la casa comune, la casa di tutti e di ciascuno, dove nessuno si sentirà estraneo o forestiero. Luogo di accoglienza, inclusivo, dove sarà annunciata la fede ma si vivrà in unità con chi è in continua ricerca della verità. I ragazzi e i giovani trovino, nel tempio e nei locali pastorali, lo spazio ideale per crescere come buoni cristiani e onesti cittadini. Sarà la Casa di Dio, la tenda dell’Altissimo tra le case degli uomini”.

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