ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MAZZINI. EROE FORSE DIMENTICATO

 

Giuseppe Mazzini era un grande eroe. Non ci piove! Anche ammettendo alcuni suoi clamorosi errori di strategia, il rivoluzionario italiano è tra i cinque o sei personaggi più importanti della storia moderna del Paese. Dispiace notare, però, che il grande avvocato e giornalista genovese sia stato dimenticato, se non del tutto, anche in occasione delle recenti celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Per fortuna fa eccezione la nostra civilissima città. Si sappia, infatti, che a Ragusa un tempo erano in funzione, e legate tra di esse da particolari vincoli non sempre d’amicizia, due scuole medie, rispettivamente intitolate a “Francesco Crispi” e a “Giuseppe Mazzini”. Spartivano lo stesso edificio di via Marsala, quello appositamente costruito negli anni ’60 per essere scuola (con le due Medie c’era allora e c’è tuttora il glorioso Liceo Ginnasio Umberto I°). Allora e fino ai primi anni ’90, la Crispi e la Mazzini erano il fiore all’occhiello della istruzione media cittadina. Poi, per chissà quale delle ultime trentamila riforme della scuola italiana degli ultimi decenni, o per vai a sapere per quale altro motivo (e non ha alcuna importanza – oggi – risalire a quelle ormai antiche decisioni), si decise di fare delle due una sola scuola media. Allora si pose il problema di quale nome dare alla novella unica media di via Marsala. Si poteva dare un nome del tutto nuovo all’istituto e, magari rimanendo nel solco risorgimentale, chiamare la nuova scuola “Giuseppe Garibaldi” o “Luciano Nicastro”. Ma quanto meno si poteva optare per Giuseppe Mazzini. Perché? Ma come perché, lo abbiamo appena detto: Mazzini era un genio, un eroe, un uomo. Francesco Crispi era un politico che caratterizzò i circa dieci anni del governo da lui guidato per la nota vicenda che lo vide accusato di bigamia.

In ogni caso, ed eccoci alla nostra prima affermazione a proposito del fatto che la nostra città ricorda ancora il grande eroe rivoluzionario che visse tre quarti della sua vita in esilio, in quell’istituto che fu della Mazzini e della Crispi e adesso è solo di quest’ultima, resiste una targa. Una misera targhetta di quelle in plastica grigia, tipica degli anni in cui la scuola era ancora tale e non una azienda che deve raccogliere alunni come che sia, basta arrivare al numero minimo previsto per la sopravvivenza amministrativa. Quella grigia targa, con una freccia che indica una scala interna, è ancora là, piantata a muro, seppure sporca di vernice e forse (anzi speriamo) dimenticata. Ma è là, a gloria perenne (?) della gloriosa “Scuola Media Giuseppe Mazzini – Ragusa”.

 

 

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