ANALISI DELLA DIFFERENZA SOCIALE

Mi sono sempre chiesto quale fosse la scaturigine degli stili comportamentali sostanzialmente diversi. Sembra troppo scontata la spiegazione facente risalire la motivazione del fenomeno a differenti gradi d’istruzione,risultanti alla base, da  una altrettanto diversa educazione familiare. C’è una teoria che io ho già letto in qualche libro di cui non ricordo il titolo. Essa dice  che il mondo regge e regola il suo equilibrio grazie all’esistenza di trenta uomini saggi. Immagino con la mia limitata fantasia che, nel caso precedente c’è una componente, una forza esterna ed invisibile, che esercita una latente energia mirante a collocare gli uomini, ognuno al proprio posto e nel suo ruolo, per garantire l’equilibrio naturale della convivenza civile.

 Tuttavia questa mia conclusione, oggettivamente sembra proprio di comodo e perciò insufficiente.

La storia ha sempre dimostrato che in ogni epoca ed in ogni società,soprattutto dell’occidente, il crescente benessere economico e materiale,come sempre accade, produce un appagamento solo apparente, provocando solo tristezza e tedio a livello interiore e spirituale. Negli Stati Uniti e nell’occidente europeo la diffusione del sistema consumistico esasperato ha prodotto   ogni  tipo di male sociale, dal bullismo tra i giovani, all’immoralità preoccupante fra gli uomini maturi, impegnati strenuamente nel conseguimento di una vita edonistica e gaudente, non mancano infatti casi di anomia sociale, devianza e trasgressioni.. Tale fenomeno,oggi sempre  tristemente in ascesa, ha provocato la nascita di associazioni a  delinquere, anche di tipo  esibizionistico (vedi  il caso del delitto del Circeo per opera di tre spregiudicati figli di papà della Roma  che conta, o fatti delittuosi avvenuti negli ambienti libertini aristocratici della Roma bene, come gli omicidi commessi  nella nobile famiglia dei Casati Stampa, anni 70,momento del “Boom del capitalismo), e, cosa più raccapricciante, l’aumento dei casi di suicidio. Penso con umiltà che  le mete cui debba ambire una società civile non siano solo di natura economica. ”L’Eden” cosiddetto deve provenire da remote ed estreme regioni di natura morale..

 Nella Grecia antica, dove Atene era il suo centro carismatico,la società era caratterizzata dal primato delle famiglie aristocratiche sulle classi nullatenenti, alle quali era demandato il dovere di compiere i lavori più umili. La stessa povera gente era chiamata in causa, solo durante le consultazioni elettorali, e sollecitata a fare confluire il loro consenso sui candidati politici appartenenti alla classe eletta ed aristocratica. La situazione generale della capitale dell’Attica mutò quasi radicalmente con l’avvento al potere di un grande personaggio politico, Pericle. Questi, cui la natura aveva attribuito grandi doti di saggezza e intelletto, pur conservando la secolare moderazione in politica, assunse una posizione diversa dai suoi  predecessori verso gli aspetti generali della vita. Egli favorì lo sviluppo delle arti, della musica, della cultura, tentando di  attuare una grande evoluzione spirituale della società ateniese in senso totale,senza distinzione di ceti e di classi. Fu un periodo” Aureo” e non mancarono nell’epoca esempi di grandi personaggi affermatisi in ogni campo della vita: da Sofocle a Mirone a Fidia e Anassagora. Il popolo ateniese, per la prima volta si sentì legato con particolare attaccamento a quest’uomo che li rappresentava degnamente, pur appartenendo all’antica famiglia aristocratica degli “Alcmeonidi”.

“A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti!” Vorrei tanto che i nostri  rappresentanti politici contemporanei (avendone la base e la sensibilità culturale) rinverdissero talvolta questo profondo pensiero di di Foscoliana memoria.

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