All’Ecce Homo di Ragusa, il prof. Paolo Antoci illustrerà la santità di San Giuseppe

“Riteniamo che sia sommamente conveniente che il popolo cristiano si abitui a pregare con singolare devozione e animo fiducioso, insieme alla Vergine Madre di Dio, il suo castissimo sposo San Giuseppe: il che abbiamo particolari motivi di credere che debba tornare accetto e caro alla stessa Vergine”.

Sono queste le parole pronunciate da papa Leone XIII, il pontefice del santo Rosario, nella Quamquam pluries del 15 agosto 1889, la prima enciclica in onore di san Giuseppe. “Poiché è di tanto rilievo che il suo culto metta profonde radici nelle istituzioni e nelle abitudini cattoliche, vogliamo che il popolo cristiano anzitutto riceva nuovo impulso dalla Nostra voce e dalla Nostra autorità”. Così decretò che “in tutto il mese di ottobre si aggiunga nella recita del Rosario…l’orazione a San Giuseppe… si faccia ogni anno in perpetuo”. In quest’anno giubilare a lui dedicato, indetto da papa Francesco l’8 dicembre 2020, era dunque doverosa una catechesi sul santo Patriarca nel contesto mariano del mese del Rosario, considerando il fatto che, in quanto sposo della Beata Vergine Maria, egli cooperò al compimento dei misteri dell’incarnazione e della redenzione contemplati proprio nella preghiera del Santo Rosario.

A illustrare la santità del Patrono della Chiesa sarà il prof. Paolo Antoci, nome già conosciuto per la sua competenza nell’ambito della Giosefologia, la teologia di san Giuseppe; il docente ragusano terrà infatti una catechesi prevista per martedì 19 ottobre alle 20 presso la chiesa del Santissimo Ecce Homo di Ragusa in occasione della festa della Madonna del Rosario. “San Giuseppe nei misteri della salvezza contemplati nel Santo Rosario” è il titolo dell’iniziativa per esporre il ruolo importante e singolare che il santo carpentiere ha avuto nella vita di Cristo e della Chiesa, e per tale motivo comprendere l’importanza della devozione al santo che ogni fedele dovrebbe coltivare insieme a quella mariana. San Giuseppe, infatti, è un santo che, dopo la Vergine Maria, gode di un culto particolare, quello di protodulìa cioè prima venerazione rispetto a tutti gli altri santi.

Un santo tanto amato quanto purtroppo sconosciuto; questa sarà un’ulteriore occasione per conoscerlo e amarlo bene e meglio, afferma Antoci. E’ lo stesso augurio che papa Francesco auspica nella Patris Corde in questo anno giuseppino.

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