ALLARME AMBIENTALISTI: L’EMERGENZA RIFIUTI ANCHE A RAGUSA

Come avevamo più volte paventato l’emergenza rifiuti è arrivata in provincia di Ragusa. Sono ormai 10 anni che andiamo chiedendo di cambiare registro e modificare totalmente il modo di gestire i rifiuti per risolvere una volta per tutte la questione  raccolta differenziata spinta porta a porta secco/umido. Dopo anni di negazione dei risultati di questa tecnica di raccolta, finalmente a parole tutti sono d’accordo ma poi, non si fa nulla. Ed è paradossale che questo avvenga in una provincia che non soffre di carenza di impianti. Due impianti di compostaggio, sette centri comunali di raccolta (di cui due a Ragusa scandalosamente ancora chiusi a distanza di quasi 10 anni dalla loro costruzione), due centri di selezione CONAI, due discariche (di cui una in fase di esaurimento), oltre a diversi CCR in fase di progettazione o realizzazione. La crisi è  figlia dell’allegra finanza di tutti i comuni che non riescono a coprire i costi di gestione in virtù del fatto che tollerano l’evasione della TARSU. Ci sono addirittura comuni in cui l’evasione della Tarsu supera al 50%. E’ ormai dimostrato che i costi di gestione dei rifiuti sono destinati a salire e che l’unica soluzione per ridurli o almeno bloccarli è la raccolta differenziata spinta. Ormai non ci sono più scuse. La raccolta differenziata spinta PP secco/umido non è un modello di gestione solo del nord. In Sicilia ormai sono decine i comuni con percentuali abbondantemente oltre il 50% con punte oltre il 60% in provincia di Trapani. Eclatante in Campania il caso di Salerno, 150.000 abitanti, con raccolta differenziata al 70%, primo capoluogo d’Italia. Tutto ciò con riduzione dei costi di smaltimento.In provincia di Ragusa invece la RD non supera il 7%. Tolto il caso di Ispica che meritoriamente ha fatto partire il porta a porta, tutti gli altri comuni segnano il passo. Anche chi aveva promesso risultati strabilianti, il 35% in due anni, rimane inchiodato ad un deludente 14%. E’ paradossale poi che i comuni del comprensorio di Ragusa si lamentino del prossimo esaurimento di Cava dei Modicani e poi non facciano nulla per ridurre i propri conferimenti in discarica. Chiaramonte Gulfi raggiunge pochi punti percentuali di RD, Giarratana il 6% , Ragusa il 14%, meno di due anni fa e Monterosso Almo è molto vicino allo 0%. Anche se la discarica di Cava dei Modicani ospitasse solo i comuni del comprensorio, potrebbe solo allungare la sua chiusura, non evitarla visto le 38.000 tonnellate di rifiuti conferite ogni anno.Nessuno in questa storia può accusare altri, sono tutti colpevoli della situazione di emergenza. L’ATO nei suoi quasi dieci anni di vita non ha prodotto quasi nulla di concreto. I piani comunali di raccolta differenziata sono in massima parte rimasti sulla carta. Ha solo approntato i capitolati d’appalto per i comuni di Modica e Vittoria, i quali,  scelleratamente, pur avendo tutti gli atti per  bandire la  gara per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti non si muovono, e non si riesce a capirne il motivo,  aggravando la già precaria e preoccupante situazione. L’ATO ha sprecato 900.000 € per la comunicazione concessi dalla UE, fondamentale per far partire la raccolta differenziata, ha gestito malissimo i contributi concessi dal CONAI per la RD nelle feste e nelle sagre, ha commesso errori giganteschi nella richiesta di finanziamento alla Regione dei mezzi per la raccolta, rimanendo escluso dagli stessi , non ha messo in sicurezza la discarica di Scicli, visto che oggi si parla di interventi costosi per riaprirla, a distanza di mesi non ha ancora preparato il bando di gara per Ragusa e gli altri comuni, non ha aperto l’impianto di compostaggio di Ragusa dopo un’inaugurazione farsa, mentre di quello di Vittoria non si sa più nulla. In compenso l’ATO assume dipendenti non si sa per fare cosa. Gli altri comuni da parte loro, tranne Ispica di cui si attendono i risultati che teoricamente dovrebbero essere buoni,   hanno fatto poco o nulla per ridurre i conferimenti in discarica trincerandosi dietro l’alibi del bando unico dell’ATO che non arriva mai. Ragusa pur sapendo che l’attuale appalto, fallimentare specialmente nella parte di riduzione dei conferimenti in discarica e quindi sui risultati di RD, sarebbe scaduto il 31 marzo ha presentato all’ATO la richiesta del nuovo bando di gara solo a novembre troppo in ritardo, tanto da dover andare dal prossimo mese in regime di proroga. E intanto la situazione si incancrenisce. I rifiuti abbandonati per le strade  di Enna, Catania, Palermo, Agrigento ed ora Lentini sembrano non insegnare nulla ai nostri amministratori. Se il CdA dell’ATO deve dimettersi, come chiede il sindaco di Ragusa, per incapacità nella gestione dei rifiuti in provincia , altrettanto dovrebbero fare molti sindaci la cui inerzia sta causando gravi danni all’intera comunità della provincia di Ragusa. Nessuno, tranne Ispica , ha avuto il coraggio di bandire gare puntando a RD di almeno il 50%. La crisi si può superare, ma innanzitutto si deve combattere l’evasione della Tarsu, recuperando gettito, per poter  pagare i servizi; contemporaneamente si deve avviare la raccolta porta a porta secco/umido in tutti i comuni. Tutto il resto è sceneggiata e presa in giro dei cittadini onesti che ogni anno pagano le tasse malgrado il pessimo servizio reso loro dai comuni e dall’ATO.

 

 

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