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Alla Regione Sicilia la Lega propone un DDL che “censuri” le canzoni con “linguaggi violenti”
21 Feb 2020 12:11
Un disegno di legge proposto all’Ars che ha il sapore della censura. E’ stato depositato questa mattina un disegno di legge all’Assemblea regionale siciliana “Misure a contrasto dei testi mediali audiovisivi violenti”. Il ddl e’ firmato dai deputati regionali della Lega (Maria Anna Caronia, Giovanni Bulla, Orazio Ragusa), primo firmatario del provvedimento Antonio Catalfamo, capogruppo all’Ars: “Davanti ai linguaggi violenti perpetrati da certi autori, si rende necessario una misura drastica che ponga un argine al loro dilagare – commenta Catalfamo – nello specifico il presente disegno di legge mira a sanzionare indirettamente questi soggetti ponendo l’attenzione sull’unica materia che la Regione siciliana puo’ controllare direttamente: la diffusione via radio e per mezzo televisivo privato regionale. Rispetto a queste emittenti si pone il contraltare dello strumento sanzionatorio che verra’ poi raccolto a beneficio delle associazioni che si occupano di assistenza alle vittime di genere”. Non soltanto le emittenti radiofoniche regionali, le televisioni private, ma anche le organizzazioni che promuovono eventi che diffondono questo tipo di musica.
Comprendiamo certamente l’intento propositivo del DDL ma la prima domanda da porsi è la seguente: come si potrà controllare la diffusione di una canzone? In effetti si parla di diffusione per mezzo di radio o televisione regionale. E internet? Internet si sa, non si può controllare. Altra domanda: fuori dalla Regione siciliana si potrà continuare a diffondere canzoni con qualunque genere di testo. A che serve questa sorta di censura preventiva che riguarda solo una regione d’Italia, quando poi tutto il resto del mondo ascolta ciò che vuole? Ma poi questo DDL riguarda solo gli autori italiani o anche quelli stranieri? E chi sono gli autori italiani che veicolano codesti messaggi?
E qui, arriviamo alla domanda finale: i messaggi d’odio (o presunti tali), non sono novità nei testi di musica. Spesso e volentieri sono provocazioni, o mode. Avete mai provato ad ascoltare le canzone dei rapper americano? E vogliamo parlare dei gruppi Santan Rock della Scandinavia e dell’Europa del Nord? Ascoltarli, o sapere che esistono, non significa che uno li condivida, per carità.
Il punto è il concetto di “censura”. Ha ancora senso provare a fermare, in un’epoca in cui praticamente tutto è alla portata di tutti, nel 2020, una canzone, un libro, un film o qualunque altra cosa? Ha ancora senso parlare di censura?
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