Al reparto di oculistica del Maria Paternò Arezzo, la benedizione degli occhi

La normativa Iec 62471 sulla sicurezza fotobiologica ha definito una serie di rischi per la salute umana causati dalla radiazione ottica. Uno di questi è il rischio da luce blu che può causare un danno alla retina dei nostri occhi. Gli studi scientifici hanno individuato un’azione fortemente ossidante e tossica della luce blu ai danni della retina e del cristallino (la lente del nostro occhio). In altre parole, oltre ad accelerare i processi degenerativi dell’occhio (come l’insorgenza della cataratta) la luce blu può avere effetti letali sui fotorecettori.

Gli effetti della luce blu purtroppo si fanno sentire anche quando l’esposizione è di breve durata. Dunque, la prossima volta che dovete cambiare occhiali, ricordatevi di chiedere lenti che proteggono dalla luce blu, soprattutto se fate un lavoro di ufficio, sempre davanti ad un pc. Sono queste alcune delle istruzioni per l’uso fornite dal dirigente medico dell’unità complessa di Oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, Antonino Fede, durante l’iniziativa tenutasi ieri, nel reparto in questione, promossa dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute in collaborazione con la parrocchia di Santa Maria delle Scale.

L’incontro sulla prevenzione della vista è stato poi seguito dalla celebrazione eucaristica con il rito della benedizione degli occhi presieduta da don Giuseppe Burrafato, vicario foraneo di Ragusa. A concelebrare il direttore della Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, e il cappellano ospedaliero del Paternò Arezzo, don Salvatore Giaquinta. Il rito della benedizione degli occhi ha un significato ben preciso. Santa Lucia, infatti, protettrice della vista, vede contrassegnata la propria storia da questo speciale riferimento anche sulla base delle notizie che la tradizione religiosa attribuisce alla vita di una santa che, pur essendo di origine siracusana, è molto venerata anche a Ragusa. “Lucia – ha spiegato don Occhipinti – deriva dalla radice lux che significa appunto “luce”.

Si spiegherebbe così anche perché la santa regge due occhi su un piattino, a indicare cioè la luce, intesa in senso lato come la “luce della fede”. Nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” (Gv. 12,46). Questo passo spiega perché la santa presenta i suoi occhi perfetti sul viso e non – come ci si attenderebbe – fuori delle orbite in quanto ella era perfettamente provvista di quella fede. Il riferimento al martirio è presente di solito mediante l’attributo della palma”.

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