Aiuti ad allevatori in difficoltà: sì, ma con calma. Regione a rimorchio del Ministero

Le aziende zootecniche siciliane che producono latte riceveranno aiuti economici per arginare la crisi causata da caro energia, carburanti e mangimi. Lo ha comunicato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Toni Scilla, al responsabile di settore della Legacoop Sicilia, Pino Occhipinti. “Presto il ministero si pronuncerà in merito e saranno stanziate congrue risorse finanziarie”, ha assicurato Scilla, nel corso dell’incontro. Aspettando buone
nuove, saranno nel frattempo pubblicati alcuni bandi del Psr tanto attesi dagli allevatori. Il riferimento è ai testi delle misure 11 (agricoltura biologica), 13 (indennità compensativa) e 14 (benessere animale), recentemente presentati ai rappresentanti di categoria. Guardando al presente, la crisi pressa le aziende. “Oggi un litro di latte viene venduto a 44 centesimi a fronte di costi diretti pari a circa 55 centesimi”, ha ricordato Occhipinti.
L’accordo allevatori-industrie di trasformazione è scaduto il 31 marzo scorso e non si hanno ancora novità sulle nuove trattative. “Senza l’adeguamento del prezzo del latte crudo alla stalla – ha aggiunto il rappresentante di Legacoop Sicilia – è praticamente impossibile fronteggiare l’incremento dei costi di produzione”.
La produzione del latte vaccino in Sicilia si attesta intorno a 190 mila tonnellate. Le stalle sono circa 1.200, con oltre 70 mila capi allevati, un’occupazione diretta di oltre cinquemila unità e un fatturato complessivo di 100 milioni di euro. Numeri che si moltiplicano, sia nei riguardi dell’occupazione che del fatturato, se si considera poi la trasformazione in formaggi, ricotta, mozzarella ed altri derivati. Nel ragusano si contano circa 400 stalle e
circa duemila occupati diretti.
Sul tema latte, il giorno prima Scilla ha incontrato anche una delegazione del Distretto produttivo siciliano lattiero caseario, guidata dal presidente Enzo Cavallo e dal vicepresidente Sebastiano Tosto. All’assessore è stato ufficialmente chiesto di intervenire per facilitare la trattativa in corso, e ciò al fine di determinare un prezzo equo ed
accettabile. È stato fatto presente che ci sono regioni dove il latte vaccino viene fatturato ad un prezzo di 48 centesimi (più parametri qualitativi è più Iva) e quello del latte ovino nel centro Italia viene pagato un euro e venti, Iva compresa. Valori questi che costituiscono la soglia minima per assicurare la sopravvivenza dei produttori. Sollecitato, inoltre, un intervento per l’avvio del monitoraggio del latte prodotto e trasformato in Sicilia per
assicurarne una sicura tracciabilità.

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