AGRIGENTO

 Il nostro Turista fai da te, dopo aver visitato Palermo, Catania e Messina, si prepara a visitare Agrigento posta a sud dell’Isola.

Considerato le distanze, si è soffermato qualche giorno in Hotel con pernotto e colazione riposandosi ai bordi della piscina, sotto il sole cocente di questi giorni estivi. Ora sfoggia un’abbronzatura invidiabile, dorata e lucida.

Affrontare Agrigento non è facile, perché sa che dovrà camminare e guardare tanto, ma proprio tanto; respirare aria di miti e ritornare al passato, immergersi in una grande civiltà che ha lasciato, in questa città più che nelle altre, la sua impronta: la civiltà greca.

Fra l’altro, Agrigento, una delle più belle città siciliane che ha dato i natali al grande Luigi Pirandello, premio Nobel della Letteratura, come perderla!?

Il suo zaino è più grande, contiene qualche bottiglietta d’acqua in più ed è sempre sulle sue spalle,  immancabile cappellino con visiera (previsione meteorologica oltre 30 gradi, soleggiato e leggere venticello di scirocco).

Ma, il nostro Turista sa che la terra di Sicilia è “oro” per la sua mente, arricchimento del suo bagaglio culturale e non vuole assolutamente rinunziare a conoscere le bellezze delle nove provincie Siciliane.

Incantato già da Palermo, Catania e Messina, con lena e buona volontà, vuole portare con sè il ricordo di una terra che sa di Storia, Miti, Leggende, Arte, e raccontarla ai figli, ai nipoti agli amici.

La sera prima ha letto  un brano di Goethe “Viaggio di Italia”

 

 « Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole… Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell’antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s’indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all’estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s’alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall’alto l’occhio non scorge le rovine di altri templi … corre invece a sud verso il mare. »

 

Questo spinge la sua curiosità come un acceleratore e,  via per le strade, i templi, il mare, di Agrigento, sapendo già che non potrà cogliere in pieno tutte le sue bellezze, ma è  intenzionato ad assorbirne l’atmosfera, la leggenda, il calore, lo splendore.

 

Agrigento, Girgenti in siciliano fondata intorno al 580 a.C., vanta un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell’isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas (Ἀκράγας), fondata da geloi di origine rodiocretese.

Raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., prima del declino avviato dal dominio cartaginese. Nel corso delle guerre puniche venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in Agrigentum.

È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell’antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO.

Il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell’antica Girgenti. Risalente all’età medioevale del IX e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari).

Anche se il centro storico di Agrigento risulta degradato dal tempo, si possono ancora visitare alcuni dei monumenti principali, come la cattedrale di San Gerlando, il monastero di Santo Spirito e le porte delle cinta muraria.

Ma il nostro Turista fa da te, incantato dal centro storico, non vuole assolutamente perdersi di visitare il Parco dove i Tempi fanno da padroni.

Il Parco, ampio circa 1300 ettari, conserva uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico che comprende i resti dell’antica città di Akragas e il territorio ad essa circostante sino al mare. Nella Valle dei Templi, dichiarata nel 1997 dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”, si trova uno dei maggiori complessi archeologici del Mediterraneo, immerso in un paesaggio agricolo di rara bellezza prevalentemente costituito da ulivi centenari e mandorli. Akragas fu una delle più importanti colonie greche della Sicilia, estesa circa 450 ettari, fondata circa il 582 a.C. da coloni provenienti dalla vicina Gela e da Rodi.

Il sito prescelto fu un altopiano naturalmente protetto a Nord dalla Rupe Atenea e dal Colle di Girgenti e a Sud dalla lunga Collina dei Templi, delimitato ai lati dai fiumi Akragas e Hypsas confluenti a Sud in un unico corso alla cui foce era l’antico porto (emporion).

Fin dall’inizio – sotto la tirannide di Falaride (570-554 a.C.) celebre per la sua crudeltà – la città articolata per terrazzi fu caratterizzata da un impianto urbanistico regolare. La Rupe Atenea era sede dell’acropoli con funzione sacra e difensiva; la Collina dei Templi ospitava i santuari monumentali; la zona centrale l’abitato e gli edifici pubblici, mentre i defunti venivano sepolti nelle necropoli fuori della città. Negli ultimi decenni del VI sec. a.C., Akragas fu circondata da una poderosa cinta muraria lunga 12 chilometri e dotata di nove porte. La colonia raggiunse fama e potenza sotto il tiranno Terone (488-471 a.C.), vincitore sui Cartaginesi a Himera nel 480 a.C. e, soprattutto, durante gli anni della democrazia (471-406 a.C.) instaurata dal filosofo akragantino Empedocle. In questo periodo fu costruita la straordinaria serie di templi di stile dorico della collina meridionale.

Un secondo conflitto contro i Cartaginesi segnò la fine di un’epoca di benessere e nel 406 a.C. Akragas fu distrutta. Successivamente la città visse una nuova fase di sviluppo con l’arrivo (tra il 338 e il 334 a.C.) di coloni greci guidati dal condottiero Timoleonte, ma non raggiunse più la potenza di un tempo e il suo destino fu legato all’esito della lotta tra Roma e Cartagine per il possesso del Mediterraneo. Durante le guerre puniche Akragas fu base dei Cartaginesi contro i Romani che nel 210 a.C. la conquistarono e ne mutarono il nome in Agrigentum. Sotto la dominazione romana la città visse una ulteriore fase di prosperità legata anche al commercio dello zolfo (II-IV sec. d.C.). In epoca cristiana sulla Collina dei Templi sorsero chiese e cimiteri.

 

Quando nell’829 la città fu conquistata dagli Arabi i quartieri abitativi si erano già arroccati sul Colle di Girgenti, cosiddetto dal nome medievale della città (dall’arabo Gergent o Kerkent), dove si estende l’odierno abitato di Agrigento.

E tra il tempio della Concordia e i resti del templi di Ercole, di Giove, di Giunone, di Vulcano, di Athena, di Ascelplio, di Demetra, e il Santuario delle divinità Ctonie e Tempio di Dioscuri, il nostro Turista si confonde di tanto splendore che fu, e, come in un viaggio a ritroso, rivive le gesta, gli usi e i costumi  di quegli uomini greci che ne hanno fatto la STORIA.

Una capatina nella Casa Natale di Pirandello,solitaria in mezzo alla campagna e su un altopiano punteggiato da ulivi e querce a strapiombo sul mare, semplice e naturale, come nelle descrizioni del drammaturgo,  dove l’atmosfera culturale abbracciata ad uno incantevole scenario, fa sì che il nostro Turista non sa più cosa pensare.

Luigi Pirandello ha un legame particolare, quasi viscerale, con la sua terra. I luoghi della sua nascita sono ripresi più volte nella sua narrativa:

Pirandello nacque in una “Casa romita in mezzo alla natia / campagna, aerea qui, sull’altipiano / d’azzurre argille, a cui sommesso invia / fervor di spume il mare aspro africano,/ te sempre vedo, sempre, da lontano se penso al punto in cui la vita mia s’aprì piccola al mondo immenso e vano / da qui – dico – da qui presi la via./ Da questo sentieruolo tra gli olivi, /di mentastro, di salvie profumato, / m’incamminai pe‘l mondo ignaro e franco. / E tanto e tanto o fiorellini schivi / tra l’erma siepe, tanto ho camminato / per ricondurmi a voi, deludo estanco”. (“Ritorno”, ne “La Zampogna” – 1901

Ma il mondo conosce tutto ciò!? Si chiede il turista.

Un break dissetante e via per le spiagge.

La provincia di Agrigento presenta spiagge di straordinaria bellezza molto ambite da tutti, siciliani e non. Sabbia fine e mare cristallino che si susseguono da Sciacca e Porto Empedocle a Licata.

Partendo da nord verso sud tra le più belle spiagge possiamo annoverare:

Porto Palo e Lido Fiore (Menfi), Stazzone, Lido della Tonnara, Lido della Foggia, Capo San Marco, Lido Sovareto e San Giorgio (Sciacca), Seccagrande e Borgo Bonsignore (Ribera), Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea), Bovo Marina (Montallegro), Siculiana Marina e la Riserva di Torre Salsa (Siculiana), Capo Rossello e Scala dei Turchi (Realmonte), Lido Azzurro (Porto Empedocle), Kaos e San Leone (Agrigento), Pergole (Realmonte) e Marina di Palma (Palma di Montechiaro).

Dei veri spettacoli naturali, tra i più belli del mondo.

..sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti dove nacqui”. Luigi Pirandello.

 

 

 

 

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