Aeroporto di Comiso: acquistate da Sac le azioni Intersac mentre il Consiglio comunale di Catania boccia la privatizzazione

Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, ha comprato nei fatti lo scalo di Comiso nel Ragusano. Nel dettaglio, Sac ha acquisito il 100% di Intersac, società che ha oltre il 65% di Soaco, proprietaria dell’aeroporto Pio La Torre.

L’acquisto accelera il progetto di unificazione dei due scali, facendo di Comiso l’aeroporto satellite del Fontanrossa di Catania in grado, quindi, di redistribuire gli oltre 10milioni di passeggeri previsti nei prossimi anni.

L’accordo, inoltre, getta le fondamenta per la futura privatizzazione di Sac che, come già annunciato nei giorni scorsi, dovrebbe cedere circa il 60% delle sue azioni a investitori privati anche stranieri.

Pietro Agen, presidente della Camera di commercio del Sud Est Sicilia, ha annunciato l’acquisto di Comiso a margine di un convegno sul trasporto aereo: «Sac ha acquisito l’intero pacchetto azionario di Intersac. Un passo avanti per la rete aeroportuale. Un’operazione trasparente, un passo per crescere. Viviamo un momento di cambiamento epocale, ma non ci facciamo colonizzare, stiamo soltanto facendo squadra: o cogliamo queste opportunità o siamo condannati alla marginalità.

Il collegamento tra gli scali è vitale perché la situazione è pessima». Nel sistema dei trasporti aerei, ha osservato Agen a l’Ansa «tutti vanno verso l’opzione di cessione del pacchetto di maggioranza e la Sicilia non cresce senza investimenti».

Critiche arrivano dal Codacons 

In occasione della visita a Catania del Presidente dell’Ente Nazionale per L’Aviazione Civile (ENAC), Nicola Zaccheo, il Codacons rivolge un appello al Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli, in ordine alle sorti della gestione del servizio aeroportuale.

Invero, resa nota l’intenzione della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia –  titolare di quote della SAC S.p.A. per il 61,22 % del capitale sociale – di dismettere il proprio pacchetto azionario a favore di privati in assenza di qualsivoglia vincolo o limite, il Codacons chiede al Ministro Toninelli di revocare la concessione alla SAC S.p.A., qualora il trasferimento delle quote pubbliche avvenisse.

Il Codacons ravvisa anche  la necessità che venga indetta una nuova procedura di evidenza pubblica per l’assegnazione della concessione, la cui partecipazione sia estesa anche ad operatori economici internazionali, e che il ricavato venga destinato all’integrazione, potenziamento e miglioramento delle infrastrutture siciliane, stante le condizioni di dissesto in cui versano le principali reti di collegamento dell’isola (nello specifico, le autostrade Ragusa – Catania, Catania – Messina, Catania – Palermo, Messina – Palermo).

Nondimeno, l’associazione invita il Ministro Toninelli a verificare e prendere contezza dell’ingente quantità di risorse economiche che negli anni la Società Aeroporto Catania ha ricevuto da parte della Regione Siciliana, senz’ombra di dubbio superiore rispetto alle somme stanziate da parte della Camera di Commercio per l’ottimizzazione della gestione del servizio (pari a 150.000 euro).

No alla privatizzazione della Sac dal Consiglio comunale di Catania 

Il Consiglio comunale di Catania, con 22 voti favorevoli e 3 contrari, ha approvato la mozione sulla non privatizzazione dell’aeroporto etneo. “Sono soddisfatto – dichiara il consigliere Salvo Di Salvo, tra i firmatari della mozione – che i colleghi Consiglieri abbiano condiviso le ragioni della non privatizzazione dell’Aeroporto di Catania, la mozione che impegna il Sindaco ad esprimersi nel Cda per la non privatizzazione, e’ stata approvata nella stessa giornata nella quale si e’ diffusa la notizia di acquisizione da parte della Sac dell’aeroporto di Comiso.

E’ chiaramente intuitivo che la scelta di privatizzare uno dei patrimoni pubblici piu’ produttivi del nostro territorio, desti diverse perplessita’ e ci preoccupa tantissimo con quanta facilita’ i componenti del consiglio di amministrazione si sono espressi sulla privatizzazione del 70% delle quote pubbliche.

Basti pensare al crollo del ponte Morandi e alle sue vittime, per intuire che la privatizzazione rischi di essere un business per miliardarie societa’, probabilmente Arabi, Cinesi, Russi, ecc, ci preoccupa che questo patrimonio, che oggi rappresenta una delle risorse economiche, turistiche e occupazionali piu’ importanti del nostro territorio, possa con la privatizzazione mettere a rischio anche gli attuali livelli occupazionali, che sono la vera forza lavoro e che hanno permesso al nostro aeroporto di fare la scalata ai primi posti in classifica tra gli aeroporti d’Italia”.

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