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Acqua e rifiuti, bollette care e cittadini esasperati
03 Nov 2025 13:45
La tensione cresce in tutta la provincia di Ragusa. Tra bollette dell’acqua “impazzite” e avvisi TARI contestati, cittadini e imprese si trovano a fronteggiare una situazione che, da settimane, appare sempre più difficile da comprendere e da gestire. A pagare le conseguenze di errori, ritardi e disservizi è, ancora una volta, la comunità.
Il caso Iblea Acque: tra bollette errate, disservizi e raccomandate da ritirare in altri Comuni
La gestione del servizio idrico da parte di Iblea Acque S.p.A. continua a sollevare polemiche e malumori. A Pozzallo, il circolo “Sud chiama Nord” denuncia non solo fatturazioni arbitrarie — in alcuni casi su contatori inesistenti o intestazioni errate — ma anche una gestione comunicativa confusa, che complica la vita degli utenti.
L’ultimo episodio riguarda le raccomandate inviate da Iblea Acque e da ritirare presso una posta privata di Ispica, con disagi evidenti per chi non può spostarsi autonomamente. Il Circolo ha chiesto al Sindaco di Pozzallo di intervenire affinché i cittadini possano almeno ritirare la corrispondenza nel proprio Comune.
Il malcontento non si ferma a Pozzallo. Anche a Modica, la situazione non appare più chiara. La consigliera comunale Elena Frasca ha sollevato il tema in Consiglio comunale, sottolineando come le dichiarazioni di “gestione solida e trasparente” da parte di Iblea Acque siano smentite dai disservizi quotidiani: sportelli utenti aperti solo poche ore a settimana, lunghe file per chiarire bollette errate, pratiche in arretrato e continue interruzioni idriche.
La consigliera ha inoltre ricordato i crediti non riscossi dal Comune di Modica nei confronti di Iblea Acque — oltre 130 mila euro di anticipazioni — e ha chiesto chiarimenti sul debito complessivo che la società avrebbe accumulato verso i Comuni soci, cifra che si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro.
Rifiuti: bollette gonfiate, accertamenti Tari e imprese in difficoltà
Sul fronte rifiuti, la situazione non è più rassicurante. Tra Ragusa e Modica, le polemiche riguardano le bollette TARI e gli avvisi di accertamento che, in molti casi, hanno raggiunto importi considerevoli, anche di decine di migliaia di euro per alcune imprese.
A Modica, la Cna comunale ha chiesto un incontro urgente con l’amministrazione per discutere la questione, proponendo anche una finestra di 30 giorni per consentire alle aziende di regolarizzare la propria posizione senza ulteriori sanzioni o interessi.
Secondo il segretario territoriale Carmelo Caccamo e il responsabile Ambiente Giuseppe Brullo, l’ondata di avvisi rischia di compromettere la stabilità economica del tessuto produttivo locale: «Riceviamo segnalazioni quotidiane — hanno detto — da parte di imprenditori che si vedono recapitare richieste sproporzionate. Serve una verifica attenta e una gestione più equilibrata».
A Ragusa, la stessa associazione ha incontrato l’assessorato ai Tributi per analizzare la situazione e favorire un confronto diretto tra imprese e Comune. L’amministrazione ha assicurato la possibilità di un contraddittorio preventivo per verificare le posizioni contestate e correggere eventuali errori.
Ma la tensione non si placa. Il Movimento 5 Stelle di Ragusa ha denunciato errori nei calcoli delle superfici catastali, che avrebbero portato a bollette gonfiate. “I cittadini stanno pagando più del dovuto per colpa di dati errati e di una gestione opaca – hanno dichiarato Najla Hassen e Giuseppe Migliorisi –. Chiediamo che gli avvisi TARI vengano sospesi e che sia garantita piena trasparenza.”
Un sistema che scricchiola
In tutto il territorio ibleo, la sensazione è che il sistema dei servizi pubblici — idrici e ambientali — stia attraversando una crisi di fiducia. Bollette errate, comunicazioni confuse, uffici in difficoltà e scarsa chiarezza nei rapporti tra gestori e Comuni stanno logorando il rapporto con i cittadini.
Mentre le famiglie si ritrovano a pagare conti sempre più alti, spesso senza capire perché, e le imprese faticano a sostenere nuove richieste di pagamento, si moltiplicano le voci che chiedono una revisione profonda dei meccanismi di gestione.
Serve trasparenza, chiarezza, e soprattutto la certezza che i cittadini non siano lasciati soli a fronteggiare errori e disservizi che non dipendono da loro. Perché, come dicono in molti, “l’acqua e i rifiuti sono beni comuni, ma le bollette non possono essere un incubo collettivo.”
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