ACCOGLIERE E SOSTENERE, PER FAR CRESCERE LA GIOIA

 

Sono proposte piccole, perché le affidiamo alla comunicazione del loro significato senza enfasi, senza eccessi di commozione e di eroismo. Proposte piccole, ma fatte cuore a cuore. La prima, la più importante, è quella di accorgersi di chi nelle feste, a iniziare dal Natale, rimane solo. E decidersi per una relazione attenta, che può anche diventare invito a pranzo o visita. E così, nella relazione, ci sarà la gioia del dare e ricevere che ci fa uomini. E che rinnova il miracolo di Betlemme: il bambino nato povero riconosciuto e accudito da poveri pastori! Diversamente forse sarebbe bene non mettere la notte di Natale la statuetta di Gesù bambino nelle chiese e nei presepi delle case, perché Gesù diventa centrale solo se i poveri sono accolti, e non solo assistiti, o peggio, tenuti a distanza. Per i cristiani la questione è cruciale (non c’è cristianesimo senza accoglienza dei poveri), per tutti è significativa per capire come si resta umani nel tempo della globalizzazione dell’indifferenza. Restando nei dintorni di Betlemme, a Modica c’è da quattro anni il Cantiere educativo Crisci ranni, che sempre più cresce come luogo di rapporti belli tra ragazzi che vengono aiutati a crescere e giovani che si mettono al loro servizio. Si è riuscito, con il contributo della Caritas nazionale e diocesana, ad assicurare il coordinamento di animatori; non si riescono a sostenere le spese ordinarie (luce, manutenzione, assicurazione, cura dell’area). Per questo si è lanciata una grande lotteria a favoredi Crisci ranni con molti premi e biglietti ognuno a solo un euro. Saranno estratti il 6 gennaio alle 19, e si possono trovare al Cantiere educativo, alla Casa del Libro, alla focacceria e al laboratorio don Puglisi. Sono piccole gocce di solidarietà permetteranno un po’ di serenità a chi si spende con grande generosità per far crescere tutti a partire dai più deboli. Non possiamo dimenticare poi amici segnati da tragedie e poi lasciati soli. Noi siamo rimasti fedeli all’amicizia con la gente di Paganica all’Aquila dopo il terremoto. E lì sono rimaste dieci suore clarisse (nove giovanissime) che nel terremoto hanno perso la madre e il monastero e che vivono di provvidenza. Ora si sta ricostruendo il monastero e ci hanno inviato piccoli oggetti natalizi di terracotta per aiutarle con un’offerta: gli oggetti si possono trovare alla Casa del libro, a San Pietro, alla Casa don Puglisi. E poi non possiamo dimenticare la migliaia di vittime del tifone nelle Filippine: una spesa in meno può diventare un’offerta che li aiuti. Accogliere e sostenere diventano segni del nostro restare umani, e accrescono gioia in chi dà e in chi riceve. Buon Natale, allora, nella gioia vera!

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