“A Tutto Volume”, unico aeroporto (dell’anima) che non chiuderà mai

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola 

Ogni mattina, nel ragusano, come sorge il sole, un aeroporto si sveglia e sa che dovrà correre più di un orso bruno o non arriverà intero a fine giornata. 

Così recita un antico proverbio africano.

Viviamo un po’ così. In un mondo in cui ti cancellano il volo mentre sei sull’aereo (paradosso). E in cuor tuo, temi di essere obbligato a precipitarti col paracadute, all’improvviso (ironia). 

E tuttavia, in questo pianeta una certezza c’è ancora: “A Tutto Volume” è l’unica tratta, che va dallo sguardo allo spirito, che non sarà mai tagliata. Mai. 

È vero. Giungeremo all’appuntamento alquanto provati. Cognitivamente ed emotivamente polverizzati da una campagna elettorale infinitevole e polemica come una scia chimica diversamente bella.

Ma ce la faremo. E respireremo. Perché il festival – cito me stesso – è più balsamico di una granita di gelsi a Ferragosto tra le pagine di Kundera. Un coloratissimo invito alla lettura in forma di florilegio del benessere psicologico.

In città si annusa già a tratti l’aria allegra del viaggio. Dal 16 al 18 giugno i libri voleranno sulle piazze di Ragusa. Arriva, planando, la quattordicesima edizione con tanti begli ospiti alati. L’atterraggio infine in Piazza Duomo nelle mani guidose e sapienti del “comandante” Gianrico Carofiglio, che si confronterà anche sul tema scoppiettante dello scontro generazionale (sarà partecipe la figlia). 

Tra le novità, segnaliamo la sezione “La prima lezione di …” per rendere commestibili e appetitosi a tutti alcuni temi ritenuti ostici come l’economia, la matematica, la poesia, la genetica (e la politica ragusana, aggiungerei io). I protagonisti del palinsesto saranno giornalisti, storici, sociologi, critici letterari, scrittori italiani. Tra gli ospiti stranieri invece, l’autore spagnolo Javer Castillo, autentico best-seller-man planetario del thriller. E, ne sono convinto, dopo la visita nella città elettrizzante in cui vivo, lo scrittore spagnolo trarrà ispirazione per un nuovo thriller campione d’incassi. 

E nel paesaggio delle biografie (Troisi e D’Annunzio), Gaia Tortora, autrice del libro “Testa alta, e avanti”, descrive la lotta per ottenere giustizia per il padre Enzo, vittima, 40 anni fa, di uno dei più clamorosi errori giudiziari (e non solo) in Italia. 

Anche quest’anno, cultura sì, ma anche tanta Psiche. Il festival letterario – ricito me stesso – genera eros urbano, laddove il clima di festa inonda ogni anno gli spazi e le architetture di un centro storico rivitalizzato e allibito, come un deserto inopinatamente assalito da un concerto dei Maneskin. In questa alchimia, che è una liturgia laica della comunità, gli incontri diventano pretesti per guardare un’idea rinascimentale di elevazione, la rinascita psicologica in un intenso brulicare, nel vocìo amabile di viuzze e torrenti, nei giochi di luci e ombre delle sere eterne di un giugno ibleo. Anche la scenografia di palcoscenici a forma di libri giganti contribuirà all’esperienza immersiva di un metaverso più classico, magari poco digital-fantascientifico, ma più vero, applauso di riflessione e discernimento per i grandi temi dell’attualità e della complessità. Studiare il presente, mirando il barocco. 

Con gli occhi di ospiti, a volte illustri, che giungono a noi da continenti altri. Il tutto in una formula di successo che tenta di far vendere più libri in libreria, generare nuovi lettori, sconfessando ogni statistica del deserto, che riguarda la Sicilia.

E allora, non ci resta che fare il check in per questo intagliabile volo da noi a noi.

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