A Ispica “La città che vorrei”: un incontro partecipato e di grande successo

“Se non vogliamo che i nostri ragazzi se ne vadano via da qui, dobbiamo cambiare il sistema della clientela e del favoritismo”. Questo il monìto che Sandro Ruotolo ha rivolto al pubblico intervenuto a Ispica, presso lo spazio culturale “Mastro Francesco Iozzia”, in occasione dell’evento “La Città che vorrei – Valìa incontra “, che ha sancito il primo anno di attività dell’associazione politico- culturale “Valìa – Voglia di Ispica”.

Centro del dibattito, moderato dal Vicepresidente dell’Associazione, Oscar Distefano, è stato l’impegno nei confronti della comunità, declinandosi negli interventi degli ospiti Paolo Borrometi, vicedirettore dell’AGI, e Sandro Ruotolo, penna della testata online Fanpage.it.

Di grande incoraggiamento le parole di Borrometi: “Momenti di aggregazione e dibattito, come questo, penso siano per il nostro territorio motivo di grande soddisfazione e grande gioia. Vado via da Ispica con la felicità nel cuore”.

“Servire lo Stato – aggiunge Ruotolo – è un onore e un dovere nei confronti di tutta la comunità, e ciò implica una necessaria abnegazione, rettitudine e presenza continua sul territorio”.

Nessuno sconto, dunque, a chi si candida per mettersi al servizio della comunità: l’onestà, l’incorruttibilità, l’onorabilità e l’etica non sono valori aggiunti a chi si propone di amministrare la cosa pubblica, ma caratteristiche imprescindibili senza le quali si crea il corto circuito sociale che innesca le cattive pratiche, la sfiducia dei cittadini, la dispersione delle risorse, il disagio sociale.

Successivamente, la conversazione intorno all’impegno civico, moderata da Enzo Scarso, ha visto il confronto tra Pierenzo Muraglie, sindaco di Ispica, Innocenzo Leontini, già deputato europeo e Marco Ruffino, presidente di “Valìa – Voglia di Ispica”.

“Siamo soddisfattissimi di questo nostro primo giro intorno al sole – dice Marco Ruffino, presidente di Valìa -. Sentiamo forte l’esigenza di offrire contenuti di qualità alla città e di andare avanti sulla strada della politica che agisce concretamente. Il secondo anno di vita della nostra associazione ci vedrà spingere sul pedale dell’acceleratore perché è quasi tempo che “La città che Vorrei” abbandoni il condizionale e abbracci la concretezza de presente”.

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