A GIUDIZIO LE SORELLE CRESCIMONE GIUSEPPINA E ROSA

In esito ad indagini dirette dal sostituto procuratore Gaetano Scollo e coordinate dal procuratore Francesco Puleio, la Procura della Repubblica di Modica ha emesso il decreto che dispone il giudizio nei confronti di:

1)      CRESCIMONE Giuseppina, nata a Roma il 21/02/1986, in atto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione; 2)      CRESCIMONE Rosa, nata a Sommatino (CL) il 21/09/1966, in atto detenuta per altra causa presso la Casa Circondariale di Trapani;

accusate di furto in abitazione pluriaggravato in concorso, in danno di numerosi anziani residenti in Ispica.

Questo il dettaglio delle imputazioni

 

Crescimone Rosa e Crescimone Giuseppina

 

A)    In ordine al reato p. e p. dagli artt. 61 n. 5) e n. 7), 110, 624-bis e 625 nn. 2), 4) e 5) c.p. perché, in concorso tra di loro, al fine di trarne ingiusto profitto, si impossessavano della somma complessiva di Euro 2.500,00, di due orologi (dei quali uno d’oro), di una collana con medaglione d’oro raffigurante una moneta antica, di un bracciale d’oro, di un paio di orecchini d’oro, di un anello da uomo d’oro, di un anello da donna d’oro, dei codici fiscali, delle tessere sanitarie e di un libretto di risparmio del Banco di Sicilia, sottraendoli agli anziani proprietari G.A. (nato il 08/10/1919) e A.G. (nata il 21/10/1924), dopo essersi abusivamente introdotte all’interno dell’abitazione delle persone offese – sita a Ispica (RG) in Via omissis, assicurandosi credibilità ed affidabilità facendo loro credere di essere delle Dottoresse inviate dall’U.S.L. di Ragusa per controllare i farmaci che la A.G. assumeva quotidianamente contro il diabete, segnatamente agendo con le modalità di seguito descritte: dapprima, entrambe chiedevano di avere in visione i farmaci anzidetti per controllarne la validità, così da indurre l’anziano G.A. ad allontanarsi più volte per recuperare i medicinali richiesti; quindi, mentre una delle due analizzava ogni singolo farmaco alla presenza del G.A. e gli chiedeva di firmare un documento per certificare l’avvenuta ispezione (cosa che, tra l’altro, l’anziano si rifiutava di fare), l’altra, grazie alla momentanea distrazione e all’omessa custodia da parte della parte lesa, approfittava abilmente della conseguente libertà di manovra concessale per appropriarsi della refurtiva; infine, ambedue si allontanavano repentinamente, assicurando che avrebbero giustificato in qualche modo al loro Ufficio la mancata sottoscrizione del foglio di cui sopra.

Con le aggravanti di avere simulato le qualità di pubblici ufficiali e/o di incaricate di un pubblico servizio, di essersi valse di mezzi fraudolenti, di avere agito con destrezza, di avere profittato di circostanze di persona, in riferimento all’età delle vittime e alle precarie condizioni di salute di A.G. – affetta dal morbo di Alzheimer -, tali da ostacolare la privata difesa, nonché di avere cagionato alle persone offese dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità.

In Ispica (RG) in data 07 dicembre 2010.

 

Crescimone Giuseppina

 

B)    In ordine al reato p. e p. dagli artt. 61 n. 5), 110, 624-bis e 625 nn. 2), 4) e 5) c.p. perché, in concorso con un’altra donna – allo stato non identificata -, al fine di trarne ingiusto profitto, si impossessavano della somma complessiva di Euro 870,00, sottraendola all’anziana proprietaria P.M. (nata il 27/08/1924), dopo essersi entrambe abusivamente introdotte all’interno dell’abitazione della p.o. – sita a Ispica (RG) in Via Omissis, assicurandosi credibilità ed affidabilità facendole credere di essere Dottoresse dell’A.S.P., segnatamente agendo con le modalità di seguito descritte: dapprima, le chiedevano di visionare una banconota da Euro 50,00 – dovendo verificare il numero seriale, in quanto, in questo modo, la P.M. avrebbe potuto beneficiare di un aumento della sua pensione di anzianità -, che veniva prelevata dall’anziana e consegnata alle stesse, ma che, a loro dire, non recava l’esatto numero seriale necessario per il perfezionamento della pratica e, pertanto, ne veniva richiesta un’altra che, parimenti, veniva data dalla p.o. alle due donne le quali – dopo avere seguito la vittima in camera da letto ed avere individuato il posto in cui la medesima custodiva i propri soldi -, questa volta, trattenevano la banconota dicendo che si trattava di quella giusta ed idonea allo scopo; quindi, mentre una delle due donne le riferiva di doverle misurare la pressione e di doverle fare una visita agli occhi, l’altra, grazie alla momentanea distrazione e all’omessa custodia da parte della parte lesa, approfittava abilmente della conseguente libertà di manovra concessale per appropriarsi della refurtiva; infine, ambedue si allontanavano repentinamente, riuscendo a darsi alla fuga.

Con le aggravanti di avere simulato le qualità di pubblici ufficiali e/o di incaricate di un pubblico servizio, di essersi valse di mezzi fraudolenti, di avere agito con destrezza, nonché di avere profittato di circostanze di luogo e di persona – in riferimento all’età della vittima, la quale vive da sola – tali da ostacolare la privata difesa.

 

C)    In ordine al reato p. e p. dagli artt. 61 n. 5), 110, 624-bis e 625 nn. 2), 4) e 5) c.p. perché, in concorso con un’altra donna – allo stato non identificata -, al fine di trarne ingiusto profitto, si impossessavano di due banconote da Euro 50,00, di due catenine in oro giallo a maglia grossa con medaglione, nonché di un borsellino contenente la somma di Euro 35,00 e di un paio di orecchini in oro giallo, sottraendoli all’anziana proprietaria D.B.A. (nata il 30/07/1931), dopo essersi entrambe abusivamente introdotte all’interno dell’abitazione della p.o. – sita a Ispica (RG) in Via Omissis, assicurandosi credibilità ed affidabilità facendole credere di essere impiegate dell’A.S.P. e di essere state incaricate dal loro Ufficio dell’istruzione della pratica relativa alla “domanda di accompagnamento” che era stata accolta in suo favore, segnatamente agendo con le modalità di seguito descritte: dapprima, la donna non identificata le chiedeva di visionare una banconota da Euro 50,00, dovendo trascrivere il seriale su di un blocchetto che la stessa aveva in mano a conforto della sua visita e, una volta entrate in casa, sopraggiungeva Crescimone Giuseppina, la quale riferiva di essere una Dottoressa dell’A.S.P.; entrambe le rinnovavano la richiesta di visionare la banconota da cinquanta Euro, che veniva prelevata dall’anziana e consegnata alle stesse, ma che, a loro dire, non era utile al fine di perfezionare la pratica e, pertanto, ne veniva richiesta un’altra che, parimenti, veniva data dalla p.o. alle due donne le quali, dopo avere sostenuto che neanche questa era idonea allo scopo, convincevano la D.B.A. ad esibire loro le catenine in oro giallo di cui sopra – delle quali avrebbero dovuto acquisire il numero seriale ivi impresso -; quindi, mentre la Crescimone intratteneva la vittima in cucina, l’altra donna, con il falso pretesto di dovere controllare ed ispezionare l’abitazione per stilare il relativo rapporto all’A.S.P. competente, grazie alla momentanea distrazione e all’omessa custodia da parte della parte lesa, approfittava abilmente della conseguente libertà di manovra concessale per appropriarsi della refurtiva; infine, ambedue si allontanavano repentinamente, riuscendo a darsi alla fuga.

Con le aggravanti di avere simulato le qualità di pubblici ufficiali e/o di incaricate di un pubblico servizio, di essersi valse di mezzi fraudolenti, di avere agito con destrezza, nonché di avere profittato di circostanze di luogo e di persona – in riferimento all’età della vittima, la quale vive in una zona periferica e scarsamente popolata di Ispica (RG) – tali da ostacolare la privata difesa.-       Con la recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, ex art. 99 c.p., per Crescimone Rosa; sussistono le condizioni per poterla dichiarare delinquente abituale ai sensi degli artt. 102 e 103 c.p.. –       Con la recidiva specifica e infraquinquennale, ex art. 99 c.p., per Crescimone Giuseppina.

 

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