A Chiaramonte si presenta il libro “Il delitto di Giarre” di Francesco Lepore

Sarà presentato sabato 7 maggio alle ore 18 presso la chiesa di Santa Teresa di Chiaramonte Gulfi il nuovo libro del giornalista Francesco Lepore: “Il delitto di Giarre”; edito da Rizzoli.

L’evento è organizzato dall’associazione Culturale PassoPasso e si inserisce nell’ambito del progetto “Educare alle Differenze” ed è organizzato con la collaborazione del collettivo RagusaPride.

Il libro narra dell’uccisione di Giorgio Agatino Giammona e di Antonio Galatola detto Toni, avvenuto a Giarre il 31 Ottobre 1980.

La vicenda di Giorgio e Toni scosse fortemente l’opinione pubblica che fu portata per la prima volta a riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Come diretta conseguenza nacque proprio il “Fuori!” di Catania. E, il 9 dicembre 1980, a poco più di un mese dal ritrovamento dei corpi dei due ragazzi, fu costituito a Palermo su organizzazione di don Marco Bisceglia il primo nucleo di Arcigay, la più importante associazione LGBT+ italiana. Attraverso l’attenta ricostruzione del delitto Francesco Lepore racconta dunque quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento LGBT+ italiano.


Quasi abbracciati e mano nella mano, uccisi entrambi da un colpo di pistola alla testa. Furono trovati così, il 31 ottobre 1980, sotto un enorme pino marittimo nella Vigna del Principe a Giarre, i corpi del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni. I due erano scomparsi quattordici giorni prima. Subito, nella cittadina del catanese, si inizia a vociferare di doppio suicidio, o di omicidio-suicidio. Per tutti, in paese, le vittime erano i ziti – «i fidanzati» – e Giorgio veniva ormai da tempo additato quale puppu cu bullu: un «frocio patentato», insomma, accusato di aver traviato un giovane innocente.

A rendere inaccettabile quella relazione è, in realtà, solo l’orientamento sessuale dei due: a quella stessa società sembra assolutamente normale che una sorella di Toni sia andata via di casa a dodici anni, e a quindici sia già madre. Intanto, mentre i parenti delle vittime si affannano a negarne l’omosessualità, le indagini si infrangono contro un muro di silenzio e i punti da chiarire restano tanti. Com’è possibile che i cadaveri siano stati rinvenuti in una zona battuta, a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri? E come conciliare la posizione dei corpi e la traiettoria dei proiettili con l’ipotesi di suicidio-omicidio? Infatti, di lì a pochi giorni, il tredicenne Francesco Messina – nipote di Toni – confessa: i due l’hanno supplicato di ucciderli, e sono arrivati persino a minacciarlo di morte se non li avesse aiutati. Poi, però, il ragazzino ritratta, sostenendo di aver confessato dietro pressione delle forze dell’ordine.

Quello che è certo è che Giorgio e Toni sono morti del pregiudizio di una intera comunità nei loro riguardi.

L’autore, Francesco Lepore è un giornalista e studioso di storia della spiritualità cristiana in epoca medievale e moderna. Sacerdote dal 2000 al 2006, è stato latinista papale presso la Segreteria di Stato e poi officiale della Biblioteca Apostolica Vaticana. Si occupa di Vaticano e temi LGBT+ per «Linkiesta», su cui cura anche il blog quotidiano in lingua latina O tempora, o mores.

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