A causa delle intemperie si è rovinata la statua dei “Picialuori” a Ragusa

A causa della pioggia e del forte vento di questi giorni, tutto ciò che rimaneva della bellissima statua in terracotta, al cimitero di Ragusa centro, che rappresenta i “picialuori” ragusani (cioè i minatori che estraevano la pietra pece), si è distaccata definitivamente dalla sua possente base provocando altri
irreversibili e gravissimi danni.

E’ il senso della denuncia che arriva dal consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato. Il quale precisa che “a provocare tutto ciò non è stata la furia della natura, bensì l’incuria e l’indifferenza degli uomini, la sordità e i tempi biblici delle istituzioni pubbliche statali, regionali e comunali, e, perché no, probabilmente anche l’indifferenza della realtà industriale e artigianale locale”.

La statua si è via via degradata. E non mai stata restaurata. Ed essendo indebolita ha perso pezzi su pezzi, sino al crollo di queste ultime ore. Tutti i sindaci che si sono succeduti in questi anni sono stati allertati, nessuno è mai intervenuto in maniera sostanziale.

Era l’8 febbraio del 1902 quando Luigi Bisani, presidente della società di mutuo soccorso United Limmer, legata alla società inglese United Limmer & Co., concessionaria per l’estrazione dalle miniere d’asfalto di Ragusa della pietra pece, presentò al Comune di Ragusa la richiesta di un suolo di circa 130 mq dove poter costruire una tomba perpetua per i “picialuori”, vale a dire i lavoratori che operavano in miniera. Il 10 marzo del 1902 il Comune di Ragusa delibera l’assegnazione del terreno alla società in questione, vicino alla tomba della famiglia Zacco nella zona denominata “Collinetta”. Dopo qualche anno, e più precisamente in era fascista, la tomba fu realizzata prevedendo 40 sepolture, più un ampio ossario con due accessi. “Bisognerebbe restaurare con un intervento mirato – aveva scritto Iurato nel marzo scorso durante un intervento pubblico – la statua e la colonna di sostegno. Le tombe attorno, per il momento, si potrebbero lasciare fuori dal restauro fino a quando non si chiariscono le proprietà e le competenze. Invece, l’opera d’arte di interesse cittadino e pubblico va salvaguardata subito senza tentennamenti, indipendentemente dalla proprietà”. A distanza di nove mesi, invece, nonostante molte idee valide, il patatrac.

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