Diventa unico il reparto di infettivologia che, di fatto, si concentra interamente all’ospedale Maggiore-Nino Baglieri di Modica. A Ragusa il reparto viene ristrutturato con servizi day-hospital ed ambulatoriali con beneficio per i reparto di oncologia e di urologia che incamerano i posti letto lasciati dall’infettivologia. La decisione dell’Asp di Ragusa non sta passando inosservata. L’intervento […]
Il nuoto diventi disciplina obbligatoria nelle scuole siciliane
30 Ago 2025 06:05
Ogni anno, in media, in Italia più di trecento persone annegano nei mari, nei fiumi, nei laghi, nelle piscine. Secondo quanto dichiara l’Istituto Superiore della Sanità il 12% delle vittime ha meno di 18 anni, mentre la metà dei decessi in piscina riguarda bambini sotto i 12. Da questa casistica rimane fuori la recente tragedia di Caucana.
La presenza di addetti al salvataggio, come avvenuto due giorni fa davanti al molo di Marina di Modica, riesce a tirare fuori dall’acqua centinaia di altre persone in difficoltà, ma non basta: diversi lidi sono, purtroppo, sprovvisti di tali importanti figure, né la prudenza dei bagnanti è mai troppa, soprattutto quando non si è sicuri di sapere nuotare e di essere in buone condizioni fisiche. L’estate, stagione delle vacanze e della spensieratezza, si trasforma in un dramma senza fine anche per le famiglie delle vittime.
Nelle scorse settimane, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex campionessa Federica Pellegrini ha parlato dell’importanza di saper nuotare. Per lei a scuola dovrebbero esserci corsi di nuoto, per preparare bambini e ragazzi ad affrontare l’acqua: viviamo in un Paese circondato dai mari, saper nuotare è fondamentale.
E’ un ragionamento sensato, già affrontato in passato senza successo. La sintesi è che un Paese con circa 8mila chilometri di costa debba fare di più in proposito. La Sicilia, poi, è un’isola al pari della lontanissima Nuova Zelanda, dove a tutti i bambini insegnano non solo il nuoto, ma anche a salpare da soli in barca a vela. Altro mondo? No! Semmai siamo noi a fare nulla.
Per insegnare il nuoto occorrono piscine, strutture ancora assenti in molti comuni. Dice Pellegrini: “Mi rendo conto che non stiamo parlando di una cosa facile per un problema logistico e di costi: devi organizzare una classe che esce dalla scuola, il cambio nello spogliatoio, un’insegnante diversa in acqua…L’ora di ginnastica in palestra è una soluzione sicuramente più facile, ma sarebbe bello dare a tutti i bambini l’opportunità di fare lezioni di nuoto”. Il nuoto non soltanto inteso come disciplina, ma conoscenza dell’elemento più naturale e, al tempo stesso, più pericoloso. Sapere come galleggiare con il mare mosso o come nuotare in caso di momenti difficili, non è un costo – ammesso che una sola vita umana lo sia – ma un dovere civico e morale, per sé e per gli altri. Ciò che è accaduto a giugno a Federico Ottaviano, il veterinario dato per disperso dopo un tuffo dalla sua barca a vela nel mare di Cava d’Aliga e spiaggiato venti ore dopo a Marina di Modica, è un esempio di comportamento nel mare che abbiamo la fortuna di avere vicino, che amiamo e che dovremmo rispettare di più. Per esso e per noi.
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