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Come nei romanzi di Camilleri: tornano in Sicilia le lettere del Capitano Giustiziere che riscrivono la storia tra Siracusa e Chiaramonte
24 Lug 2025 09:11
La memoria siciliana torna a parlare, e lo fa con due antiche lettere risalenti al 1818, spedite dall’Intendenza di Siracusa al Capitano Giustiziere di Chiaramonte Gulfi, che in quell’epoca portava ancora il nome “Chiaromonte”. Due missive storiche (datate 14 maggio e 9 giugno), concentrate sulla riscossione dei tributi comunali, sono state intercettate sul mercato antiquario e, grazie a un intervento congiunto della Procura di Udine e dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, hanno fatto ritorno in Sicilia.
Il “giallo geografico”
Non senza prima un piccolo giallo geografico: a causa di un’equivoca omonimia con Chiaromonte in Basilicata, i documenti sono stati inizialmente affidati alla Soprintendenza archivistica lucana. Ma un’analisi accurata del contenuto ha svelato la vera origine: la Sicilia sud-orientale, quella delle colline di Ragusa e dei set del Commissario Montalbano, tanto cari al maestro Andrea Camilleri.
È proprio il confronto con l’immaginario camilleriano a dare nuova linfa a questo ritrovamento. Le due lettere sembrano uscite da uno dei romanzi storici dell’autore siciliano, ricchi di dialoghi istituzionali, tensioni fiscali, e burocrati di altri tempi. Non a caso, fu lo stesso Camilleri a dichiarare in un’intervista durante “Ispirati dagli Archivi”: “Gli archivi sono eternamente vivi, sono la memoria del nostro passato.” Un’affermazione che oggi risuona con forza.
Chi era il Capitano Giustiziere
Il Capitano Giustiziere, figura cardine del sistema amministrativo siciliano fino al XIX secolo, si occupava non solo della giustizia, ma anche del controllo fiscale e della pubblica sicurezza. Le missive del 1818 – oggi custodite all’Archivio di Stato di Siracusa – rappresentano dunque una finestra sulla vita amministrativa della Sicilia borbonica, in un’epoca segnata da grandi trasformazioni costituzionali e dalla difficile gestione post-feudale delle risorse locali.
Un ritorno “a casa” che non ha solo valore archivistico, ma culturale e identitario. Una riscoperta che invita studiosi, cittadini e appassionati di storia a rispolverare le radici del territorio, tra le pieghe polverose ma pulsanti dei documenti d’epoca.
Perché – come ci ha insegnato Camilleri – anche il passato sa raccontare storie nuove. Basta saperle ascoltare.
Foto: repertorio
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