Legare un cane alla catena è reato: la svolta con la legge Brambilla. Previste multe e nei casi più gravi anche l’arresto

Dal 1° luglio 2025 è ufficialmente reato, su tutto il territorio nazionale italiano, legare un cane alla catena o a qualsiasi altro strumento di contenzione fisso e continuativo, salvo un’eccezione medica motivata. Si tratta di una modifica storica: grazie alla Legge 6 giugno 2025, n. 82, meglio conosciuta come legge Brambilla, gli animali non sono più semplici oggetti, ma “esseri senzienti”, con diritti diretti riconosciuti dalla normativa

Cosa prevede la nuova legge

Il divieto totale della catena è la norma più visibile, ma il provvedimento va ben oltre:

  • Sanzione amministrativa da 500 a 5.000 € per ogni animale legato in condizioni illegali
  • Se la detenzione causa sofferenze, scatta il reato di maltrattamento, con pene fino a 2 anni di carcere e multe fino a 30.000 €; nei casi più gravi, la pena può salire fino a 4 anni
  • Riconoscimento degli animali come esseri senzienti, un concetto giuridico nuovo nel Codice Penale, con l’introduzione del Titolo IX-bis dedicato ai delitti contro gli animali

Il significato culturale e sociale

Questo provvedimento non è solo una norma, ma un segnale culturale forte. La legge istituzionalizza il principio che tutela e rispetto per gli animali non sono opzionali, ma valori costituzionali. Organizzazioni animaliste e associazioni per la difesa dei diritti degli animali salutano la novità come una riforma storica, seppure con margini di miglioramento, e si mobilitano per vigilare sull’attuazione .

Cosa fare se si avvista un cane legato alla catena

Le nuove norme attribuiscono a ogni cittadino il diritto – e il dovere – di intervenire:

  1. Documentare la situazione con foto o video.
  2. Segnalare alle autorità competenti (Polizia Locale, Carabinieri, ASL veterinaria).
  3. Attivare le associazioni animaliste per supporto legale e monitoraggio

Fronteggiare il maltrattamento: una responsabilità condivisa

Dall’1 luglio, non esistono più giustificazioni normative — non è ammessa nessuna deroga — e la legge stabilisce pene severe anche per altri reati contro gli animali: uccisione, abbandono, spettacoli violenti, traffico illecito. In particolare, legare un cane perennemente è considerato una forma di maltrattamento, con aggravanti specifiche.

Una svolta che chiede concretezza

La legge Brambilla rappresenta un passaggio evolutivo nel rapporto fra cittadini e animali, sancendo un nuovo patto di civiltà. Adesso la vera sfida sarà rendere operative le norme, garantire controlli costanti e continuare a educare alla responsabilità.
Come ha sottolineato l’onorevole Brambilla, ora più che mai serve la partecipazione attiva dei cittadini: “segnalare, segnalare, segnalare

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