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Il diritto di crescere e di andare a scuola: a Ragusa protocollo contro la dispersione scolastica
04 Mag 2023 15:53
Almeno 5000 “invisibili” vivrebbero solo nella zona di Acate, nella cosiddetta area della ‘fascia trasformata’; molti di loro sono bambini privati di ogni diritto, anche quello di andare a scuola. A Vittoria, dice il vicesindaco Filippo Foresti, si sta cercando di fare una sorta di censimento. E la provincia di Ragusa, in una recente indagine dell’Ufficio scolastico regionale risulta essere, tra le province siciliane, la prima per dispersione scolastica. Oggi a Ragusa è stato sottoscritto in Prefettura, il protocollo d’intesa volto a prevenire dispersione scolastica e devianza minorile e ad assicurare l’attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni o dei giovani adulti destinatari di provvedimenti giudiziari civili e penali. Ragusa è la terza provincia dopo Catania e Siracusa, ad essere coinvolta.
LA PARTICOLARE SITUAZIONE DI ACATE
Il sindaco di Acate Giovanni Di Natale che grazie al sostegno dell’ufficio scolastico provinciale ha ottenuto l’apertura a Marina di Acate di una sezione di scuola materna, (ci sono già 26 iscritti per il prossimo anno scolastico) riconosce – come gli altri attori presenti -, il grande impegno del terzo settore, della Diocesi, Caritas, di Save the Children ma anche dell’Ufficio scolastico provinciale, delle Istituzioni. Il suo racconto spiazza: “Ci sono pietre messe a chiusura delle porte per non fare uscire i bimbi da casa, quando mamma e papà sono nelle serre a lavorare. Sono queste le condizioni dei bambini che non possono andare a scuola perché i caporali spesso chiedono somme importanti per raggiungere i centri abitati, perché le scuole sono lontane” e così la scuola si avvicina a loro. Una presenza spesso non stabile, quella dei lavoratori delle serre “che non permette spesso di cristallizzare la situazione e le difficoltà famigliari sono complesse” ha detto la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Ragusa, Viviana Assenza.
Dal protocollo deriverà un’azione di coordinamento in cui scuole e comuni avranno un ruolo decisivo se è vero, come ha dichiarato il procuratore presso il Tribunale dei minorenni di Catania, Carla Santocono che le segnalazioni di bambini e ragazzi che non frequentano la scuola, non sono arrivate. “La questione minorile è di evidente importanza per lo sviluppo e il benessere della società – ha detto la Santocono -; La devianza minorile può avere ragioni ambientali e socio culturali e la dispersione scolastica è il primo segnale su cui intervenire: compromette il percorso di crescita individuale”. Una serie concatenata di gap non facilmente colmabili: i bambini che non frequentano la scuola perdono la relazione con i coetanei, le competenze che la scuola fornisce, diventano facile preda di lavoro nero e criminalità e sono vittime spesso anche di condotte maltrattanti delle famiglie, ma anche analfabetismo di ritorno con ragazzi che a 16 anni non sanno leggere e non sono in grado di mettere la propria firma. A sottoscrivere il protocollo con il Presidente del Tribunale dei Minorenni e il procuratore di Catania, oltre al questore di Ragusa Giusi Agnello, ai comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, Carmine Rosciano e Walter Mela, al presidente del Tribunale di Ragusa Francesco Paolo Pitarresi e al procuratore capo Fabio D’Anna, anche i sindaci e l’Ufficio scolastico provinciale. Tra i primi atti, quello di attivare un coordinamento in Prefettura, sulle modalità operative di attuazione che possa essere anche formativo sulle procedure da condividere. “A Catania il protocollo operativo ci ha permesso di attuare oltre mille interventi contro la dispersione scolastica a fronte dei 40 dell’anno precedente; siamo intervenuti anche sul reddito di cittadinanza e abbiamo potuto aiutare tanti bambini, in alcuni casi estremi anche dichiarandone l’adottabilità” ha detto il presidente del Tribunale dei Minorenni di Catania, Roberto Di Bella.
Una grande attenzione verso l’infanzia negata. “Lo sviluppo corretto di un minore significa garantire condizioni di sicurezza e progresso con riverbero positivo anche sulle famiglie – ha detto ancora Di Bella -; vogliamo tutelare i bambini in difficoltà, sia autoctoni sia stranieri, che vivono in condizioni di estrema difficoltà, in contesti di povertà educativa non degne di una società civile. E la dispersione scolastica è un segnale di disagio importante”. Prefettura, Ufficio scolastico provinciale, amministrazioni locali, forze dell’ordine, uffici giudiziari e terzo settore sono attive e pronte ad ulteriori azioni. Sanzioni pronte e che arrivano anche alla perdita dei benefici, ad esempio del reddito di cittadinanza, per chi non manda i figli a scuola. “Tutte le componenti del sistema statale periferico e regionale devono collaborare per rendere vicine e prossime – ha commentato il prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri – legalità, correttezza e trasparenza in un territorio che ha dinamiche severe di illegalità e ne pagano le conseguenze le fasce deboli con pregiudiziali maggiori. Il sociologismo non basta a contrastare fenomeni patologici e radicati e stiamo cercando forme più incisive”; il prefetto di Ragusa si è dichiarato pronto a rappresentare le istanze al Governo regionale e nazionale, anche in termini di sostegno alle iniziative che le amministrazioni locali intendano assumere in merito.
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