Oggi ricorre l’anniversario della morte di Antonio Aurnia. ( Nella foto Antonio con le sue figlie, su gentile concessione della famiglia). Una santa messa in suffragio verrà celebrata oggi alle 10, nella Basilica Santuario Madonna delle Grazie di Modica.
In un post su facebook una nipote di Antonio Aurnia, Veronica, ricorda con affetto la figura dello zio e non manca di lanciare un pesante messaggio a chi, ancora oggi, della morte di Antonio, illuminato imprenditore, sembra non essersi nemmeno accorto o per lo meno nemmeno turbato.
“Nel cuore della notte, scrive Veronica, nel silenzio, nel vento freddo che ci accompagna ancora dopo gli ultimi raggi di sole caldo, resto sveglia.
Ripercorro i secondi, i minuti e sento ancora forte quella speranza che ci ha tenuti imprigionati per una, due, tre eterne ore.
Ripercorro gli sguardi, le labbra asciutte, il tremore, il freddo dentro, lo smarrimento.
Mi chiedo se hai dato un ultimo, lungo, sguardo alle tue bambine. Le hai accarezzate? Come hai percorso quella strada? La nebbia, il freddo, gelido, di una notte di Dicembre.
Ma sopratutto, mi chiedo, avrei potuto aiutarti?
Perché non ho colto la tua disperazione? Perché non ho capito che in quel saluto c’era il nostro ultimo sorriso?
È trascorso appena un anno, un anno di grande amarezza. E nel dolore, grande che ci hai lasciato, alterniamo giorni di rassegnazione a giorni di rabbia. Sì, perché oltre al dolore della tua perdita, a tutto quello che ne consegue combattiamo chi nella vita di valori non conosce nemmeno l’amor proprio e allora per sopravvivere ha imparato ad approfittare, oltraggiare, fare man bassa.
Combatto l’ignoranza, chi mi fotografa mentre cerco di recuperare pezzi di casa tua, della tua vita privata, in giro per i negozi di perfetti estranei, combatto chi è stato così stupido da non saper cogliere forse l’unica, grandissima occasione della propria vita. Quella di poter imparare da te, provando a diventare Uomo, emblema di stile ed eleganza, di orgoglio e coraggio, amorevole, gentile, buono. Onesto.
L’ho fatto in silenzio, come tu stesso avresti voluto. Con l’indifferenza, rispondendo con fatti, piccoli gesti, risposte mancate. Sia chiaro, un silenzio sinonimo di buon senso ed educazione ma Mai di stupidità.
Oggi l’invisibile lo combattiamo anche noi, un mostro diverso che ci ha lasciati tutti a mani vuote senza alcuna distinzione di sesso, età, ricchezza e ceti sociali, che ci ha lasciati soli, a riflettere sul proprio operato ed i propri errori.
Mi chiedo come avresti reagito tu, cosa avresti fatto, come avresti affrontato questo momento? Sono certa che avresti avuto una delle tue idee geniali, come tuo solito, per vincere l’ennesima sfida.
Ma gli sciacalli, senza cuore e senza anima continuano ad arrancare, come iene con la bava alla bocca.
E forse non lo sanno ma c’è una cosa che mai potranno avere, perché ad essere onesti, signori onesti, non si impara né si diventa. E allora di questa consapevolezza ne ho fatto la mia missione.
Sì, quella di trasmettere a ciò che di più caro e prezioso hai lasciato in terra, le tue bambine, cosa sono correttezza, rispetto, stima, eleganza, buon senso, amore, bontà d’animo. Perché il loro vero tesoro, oggi e per sempre, sarai tu, il loro papà. E con tutti i suddetti valori ci si nasce.
Concludo Caro Antonio, citando una massima che seppur banale apprezzavi molto, che in diverse occasioni abbiamo commentato insieme e che mai, come ora, veste il mio e il cuore di tanti altri:
“ Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni rimangono leoni ed i cani restano cani”.