HANNO RAGIONE I PIU’ SCALTRI: AI RAGUSANI NON INTERESSA NULLA DEL CENTRO STORICO

Saremo stati forse una decina. Non di più. Eppure l’argomento – ed il relatore – meritavano se non le folle oceaniche dei concerti o dei centri commerciali, ma quantomeno la partecipazione dei diretti interessati (certamente i residenti nel centro storico e chi vi lavora), dei cittadini che hanno a cuore il centro storico di Ragusa Superiore e ancor di più quelli che amano il teatro, latu sensu.

E invece eravamo, l’ho già detto, meno di dieci ad ascoltare Giorgio Colosi, architetto responsabile del Settore Centri Storici del Comune di Ragusa, a proposito del Teatro della Concordia (poi Cinema Marino) e dello stato dell’arte della pratica per tornare ad aprirlo.

La conferenza di Colosi, organizzata nell’ambito di “Ragusa Oggi Domani – Intorno a Piazza San Giovanni”, doveva servire ad illustrare l’iter che dovrebbe portare (mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo) alla riaperta dello storico Teatro. Il dirigente della Casa Comune ha fatto ottimamente il suo: il Teatro – ha spiegato Colosi – versa in condizioni molto precarie. Di fatto è abbandonato da decenni e il calcestruzzo non è più sicuro. I necessari lavori per consolidare l’intero immobile dovrebbero essere più che notevoli. Come pure difficile è l’intervento dal punto di vista logistico, essendo il Teatro già della Concordia e poi del Commendatore Marino praticamente con una sola via d’uscita. Insomma, lavori complessi e difficili. Ed ovviamente costosi. Quanto? Poco più di sei milioni di euro, ha conteggiato Giorgio Colosi.

Cifra enorme di suo, ancora di più in tempi di pesantissima crisi economica come questi che viviamo. Se pure è vero – come ha aggiungo l’architetto – che negli anni sono stati accumulati fondi finalizzati proprio al recupero del Marino, siamo comunque distanti da quei sei milioni circa indispensabili per poter riaprire il Teatro.

Insomma, nulla di buono all’orizzonte per il bel teatro ragusano costruito nel 1841 (tra i primi in Sicilia di quelle dimensioni e con grande eleganza), ristrutturato poi nel 1883 e nuovamente ristrutturato negli anni ’30 in stile “littorio”. Parrebbe proprio distante, ahimé molto distante, la data di inaugurazione del Teatro Comunale.

Ma quanto vorremmo sottolineare, come si accennava nel titolo, non è tanto o comunque non solo il fatto che Giorgio Colosi ha fornito importanti e purtroppo non confortanti notizie sul Marino, quanto il fatto che ad ascoltarlo fossimo una decina. Una sparuta pattuglia che in Piazza San Giovanni ha sfidato freddo ed umidità per avere contezza di quanto poi andiamo dicendo e leggendo su giornali e in televisione, sui siti e su fogli vari (alcuni – spiace dirlo – davvero di pessimo livello) che circolano in città. Se nei prossimi giorni dovessi captare qualche giornalista, e a maggior ragione se di quelli che si credono “sperti”, parlare del Marino già Concordia con dati e ipotesi “ad minchiam”, non potrò non segnalarlo come burlone di paese, che avrebbe potuto, volendolo, approfittare della iniziativa del Comune per saperne di più sul Teatro, finalmente.

 

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