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Ragusa, nuovo bando piscina comunale, il PD: “Andranno a casa quattro persone su otto”
05 Mag 2020 11:03
Piscina Comunale: nel nuovo bando sarebbe stato deciso di non salvaguardare i dipendenti della cooperativa che si dovranno occupare della gestione dell’impianto e, infatti, “quattro persone su otto saranno costrette ad andare a casa”. La denuncia arriva dai consiglieri comunali di Ragusa del PD, Mario D’Asta e Mario Chiavola, che non risparmiano critiche all’ente parlando di “due pesi e due misure”. Infatti, i due consiglieri del PD non capiscono come sia possibile, parlando di procedure e bandi analoghi, adottare misure differenti. E il riferimento è quello relativo al bando per la pulizia degli immobili comunali. In quel caso, infatti, i lavoratori sarebbero stati salvaguardati.
“Sebbene si tratti di un servizio di cui, da anni, usufruisce tutta la città, nel nuovo bando è stato deciso di non salvaguardare i dipendenti della cooperativa che si dovrà occupare della gestione dell’impianto e, infatti, quattro persone su otto saranno costrette ad andare a casa”, spiegano gli esponenti democratici.
L’altro bando in questione, invece, per cui sarebbe stata adottata una procedura diversa, pur trattandosi di bandi analoghi, è quello, come dicevamo, relativo alla pulizia degli immobili comunali: “Non accade per quanto concerne l’altro bando che per ora sta tenendo banco al Comune di Ragusa, vale a dire quello concernente i servizi di pulizia degli immobili comunali. Infatti, in questo caso, sebbene inizialmente ci fosse stato il rischio di una riduzione dell’orario settimanale, poi sconfessata dall’assessore al ramo, è stato deciso di salvaguardare tutte e 29 le unità lavorative. Vorremmo dunque capire le ragioni di questa scelta e, soprattutto, il motivo per cui non si tiene una linea univoca”.
Poi, continuano: “L’occupazione dei lavoratori impegnati nei servizi di appalto per conto del Comune di Ragusa non si tocca” e aggiungono: “Perché stessa procedura non è stata utilizzata con il bando riguardante la piscina? Perché non si è voluto tutelare, in questa circostanza, i lavoratori? Quali sono i ragionamenti fatti? Ne vorremmo essere messi a conoscenza per capire il motivo di questa discriminazione. E, soprattutto, per verificare le ragioni per cui sono stati adottati due pesi e due misure nell’ambito, di fatto, della stessa procedura”.
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